Guerra in Ucraina

"La mossa della Wagner e la debolezza di Putin: vi dico chi può favorire"

Secondo l'ex generale Vincenzo Camporini, la crisi interna alla Russia potrebbe portare alla vittoria dell'Ucraina

"La mossa della Wagner e la debolezza di Putin: vi dico chi può favorire"

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"Oggi le ipotesi sono tutte a favore di Kiev". Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare e della difesa, si dice sicuro che le tensioni in Russia favoriscano l’Ucraina.

Perché?

"Nell’eventualità che Prigozhin - il quale ieri ha detto che non esistevano dei motivi per scatenare la guerra - prenda il potere ci sarebbero le condizioni per tornare all’integrità territoriale dell’Ucraina e risolvere così il conflitto, con una sostanziale vittoria di Kiev. In caso contrario, invece, le forze armate russe sarebbero molto provate sia dal punto di vista logistico e soprattutto dal punto di vista del morale. Come può combattere con la giusta dose di aggressività un militare che vede che nel suo Paese c’è una lotta per il potere in corso? L’Ucraina, quindi, ha tutto da guadagnare da questa situazione".

La Wagner si è momentaneamente ritirata, ma le tensioni con l’esercito russo permangono. Se non si dovesse ricomporre questa frattura, Putin ne uscirebbe indebolito?

“Non c’è dubbio che la Russia e Putin ne uscirebbero indeboliti non fosse altro perché la maggior parte dei rifornimenti delle truppe russe deve arrivare attraverso corridoi e linee di comunicazione che passano attraverso Rostov. Le forze russe presenti sul terreno ucraino, se Prigozhin si è impadronito di questi oblast, devono accontentarsi di usare i materiali di cui dispongono senza sperare di avere dei rifornimenti in grado di alimentare la capacità di combattimento”.

Prigozhin potrebbe ancora arrivare velocemente davanti al Cremlino?

“Prigozhin dispone di unità che gli sono molto fedeli e molto motivate e che, quindi, hanno un potenziale che non ha un rapporto proporzionale con i numeri. Aveva una proiezione che non credo avrebbe avviato se non avesse anche qualche appoggio a Mosca. Probabilmente dispone ancora di supporter nella Capitale e questo faciliterebbe gli spostamenti delle sue truppe”.

Ma qual è la situazione attuale dell’esercito russo?

“L’esercito russo, oggi, ha il 90% delle sue unità operative impiegate sul fronte ucraino e, quindi, non è disponibile per potersi opporre alla marcia di Prigozhin. Vi sono solo delle unità territoriali che hanno dimostrato di non essere molto ben addestrate ed equipaggiate. Ciò che è accaduto a Belgrod ci dice che un gruppo di banditelli è riuscito a entrare nel territorio russo e a tenerlo sotto scacco per qualche giorno”.

All’Occidente conviene che vinca Prigozhin o Putin?

“Non ci deve interessare tanto chi vincerà tra i due contendenti quanto il fatto che la Russia non si disintegri perché la disintegrazione della Russia con le sue varie Repubbliche che si separerebbero porterebbe a una proliferazione dell’accessibilità delle armi nucleari.

Oggi abbiamo un’unica potenza nucleare, la Federazione Russa, mentre un domani potremmo averne 4 o 5 e questo aumenterebbe in modo esponenziale i rischi”.

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