Guerra in Ucraina

"Putin fermi la guerra": cosa c'è dietro la stoccata del capo della Wagner

Yevgeny Prigozhin, il capo dei mercenari russi della Wagner, ha proposto a Putin di cessare la guerra in Ucraina e concentrarsi sul consolidamento della presenza russa nelle aree occupate

"Fermi la guerra": cosa c'è dietro la stoccata del capo della Wagner a Putin
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Annunciare la fine della guerra, radicarsi nei territori conquistati e sottolineare i risultati previsti raggiunti. È questo l'esplicito suggerimento lanciato alla Russia da Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, impegnato nel conflitto ucraino al fianco delle forze del Cremlino. Ma per quale motivo diffondere un messaggio del genere? È lecito supporre che Prigozhin, negli ultimi mesi più volte finito ai ferri corti con Mosca, voglia sfruttare un eventuale fallimento militare russo nel caso in cui la controffensiva ucraina, prevista per la primavera, dovesse avere successo.

Il messaggio del capo della Wagner

"L'opzione ideale sarebbe annunciare la fine del conflitto. Informare tutti che la Russia ha raggiunto i risultati previsti e, in un certo senso, li abbiamo davvero raggiunti. Abbiamo abbattuto un numero enorme di combattenti delle forze armate ucraine e possiamo riferire che i nostri compiti sono stati completati", si legge nel citato comunicato firmato dal capo della Wagner, che ha inoltre raccomandando a Mosca di "radicarsi saldamente" nei territori occupati.

Prigozhin ha affermato che "in teoria", la Russia aveva già posto fine alla guerra in modo decisivo spazzando via un'enorme fetta della popolazione maschile ucraina, mandando i profughi in fuga e conquistando fette del territorio ucraino.

L'Ucraina, ha quindi aggiunto lo stesso Prigozhin, rischia di perdere se la guerra si ferma. E questo perché "quei territori, che oggi sono sotto il controllo della Federazione Russa, possono rimanere a disposizione della Federazione Russa per anni".

Il possibile obiettivo di Prigozhin

Il comunicato del capo della Wagner assume un senso logico se lo colleghiamo all'analisi diffusa dal think tank statunitense Isw (Institute for the study of the war), secondo cui il fondatore della milizia privata starebbe creando le condizioni per sfruttare un eventuale fallimento militare russo se la prevista controffensiva ucraina dovesse rivelarsi vincente. Sfruttare, va da sé, per acquisire potere.

Prigozhin ha affermato che "la prossima controffensiva ucraina ha più probabilità di successo che di fallimento". E ha avvertito che un egoistico "Stato profondo" russo (che definisce come "una comunità di élite vicine allo Stato che operano indipendentemente dalla leadership politica e hanno stretti legami e una propria agenda") è attualmente in crisi a causa degli insuccessi dell'esercito della Federazione nel garantire una vittoria in tempi rapidi.

Un messaggio per Putin

Il capo della Wagner ha accusato i membri di questo Stato profondo, inseriti nella burocrazia russa, di sabotare deliberatamente il successo russo nella guerra, perché cercano di riprendere la loro vita privilegiata e confortevole. Quindi ha affermato che questi "nemici interni" dello Stato profondo russo spingeranno il Cremlino a "fare gravi concessioni", che equivalgono a "tradire gli interessi russi", compresa la possibilità di restituire all'Ucraina il territorio ucraino occupato.

Ricordiamo, di recente, due notizie che confermerebbero la presunta diffidenza venutasi a creare tra il Cremlino e il gruppo Wagner. La prima riguarda le accuse di alto tradimento rivolte da Prigozhin contro Mosca per il mancato invio di sufficienti munizioni al fronte.

La seconda include invece le voci di un ipotetico complotto guidato da Vladimir Putin e dal segretario del consiglio di Sicurezza, Nikolai Patrushev, per "neutralizzare" il gruppo Wagner.

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