In Ucraina è il caos. Sul campo, dove i russi continuano l'avanzata a Pokrovsk, e dietro le scrivanie, dove l'ennesimo scandalo corruzione scuote il governo, con il presidente Zelensky che cerca di serrare le fila e trovare una soluzione a un caso che non riguarda solo il presente ma anche il futuro dell'Ucraina. Senza il rispetto di parametri stretti l'ingresso in Europa rischia di complicarsi non poco. Ieri sono saltate due teste prestigiose: la ministra dell'Energia Svitlana Grynchuk e quello della Giustizia German Halushchenko che si sono dimessi forzatamente dopo il caso delle tangenti che ha colpito il settore energetico portando all'arresto del direttore esecutivo della sicurezza di Energoatom Dmytro Basov.
«È soprattutto una questione di fiducia. Se ci sono accuse, bisogna rispondere. La decisione di rimuoverli dall'incarico è immediata, la più rapida», ha detto Zelensky aggiungendo che «stiamo attraversando blackout, raid russi, perdite. È assolutamente anomalo che ci siano ancora intrighi nel settore energetico». E a stretto giro sono arrivate le dimissioni richieste. «Ho scritto una lettera di dimissioni ma non ci sono state violazioni della legge nell'ambito delle mie attività professionali», ha detto Grynchuk con la premier Yulia Svyrydenko che ha poi annunciato l'addio anche di Halushchenko. Un caso, comunque, ovviamente sfruttato dal Cremlino per denigrare Kiev. «L'Ue e gli Stati Uniti devono aver preso nota dello scandalo di corruzione in Ucraina, il Cremlino lo ha fatto», ha detto il portavoce Dmitri Peskov, ergendosi su un pulpito che dal basso dell'assenza di libertà in Russia dovrebbe essere assai scomodo.
Il tutto mentre infuria la battaglia di Pokrovsk, certo non decisiva ma parecchio simbolica. Le forze russe stanno inviando altri rinforzi sul campo, con convogli militari necessari a rimpiazzare le enormi perdite subite in una battaglia che Putin vuole a tutti i costi concludere da vincitore, non solo per conquistare uno snodo logistico importante ma non più chiave, ma per attribuirsi un successo utile alla propaganda e a eventuali future trattative. I nuovi soldati vengono immediatamente pizzati in prima linea per le operazioni d'assalto di Mosca che vanno avanti oramai da mesi con successi alterni. Anche grazie alla strenua resistenza delle forze ucraine, che continuano a ribadire come la città non sia prossima alla caduta e che i soldati di Kiev non siano circondati. «Non si può ancora parlare di un controllo russo sulla città o di accerchiamento operativo delle forze militari ucraine», ha ribadito il comandante in capo delle Forze armate ucraine Oleksandr Syrsky. Il colonnello Oleksandr Zavtonov, portavoce del 30º Corpo dei Marines della Marina ucraina, conferma. «Le informazioni diffuse dai media nemici russi sulla presunta resa dei nostri militari della in direzione Pokrovsk fanno parte di un'operazione di disinformazione. Non si sono arresi, al contrario continuano a mantenere le loro posizioni e a infliggere perdite significative all'esercito russo».
Al di là delle reciproche propagande di guerra, la battaglia di logoramento portata avanti dalla Russia non favorisce di certo l'Ucraina, stretta tra battaglie sul campo e continui attacchi sulle città. E in alcune zone, sono in corso ritiri strategici.
«Nella regione di Zaporizhzhia a seguito del fuoco concentrato sulle nostre posizioni nel settore di Rivnopillia, le unità si sono spostate su linee più vantaggiose per preservare la vita del personale», confermano le forze di difesa ucraine. Ora alle prese, indirettamente anche con un nuovo fronte interno legato alla corruzione che di sicuro non aiuta.