
Mentre gli Usa tentano di porre fine al conflitto in Ucraina attraverso un difficile processo diplomatico, non si fermano gli attacchi russi sul Paese invaso nel 2022. Nella notte tra il 2 e il 3 maggio, le forze del Cremlino hanno attaccato Kharkiv, ferendo almeno 51 persone. Secondo quanto riferito, vi sarebbero state almeno sette esplosioni nella città e sarebbero scoppiati molti incendi. Le truppe di Putin avrebbero usato almeno 15 droni, caricati con bombe termobariche.
Questi ordigni sono considerati tra le più micidiali armi convenzionali prodotte fino ad oggi e utilizzano l’ossigeno per generare un’esplosione ad alta temperatura. Vengono denominate anche “bombe a vuoto”, perché al momento della detonazione privano l’ambiente in cui deflagrano dell’aria e provocano gravi danni agli organi interni di chi si trova nell’area. A differenza degli esplosivi tradizionali, sono composte quasi interamente da combustibile che, nella prima fase dell’esplosione, viene disperso. Successivamente, una seconda detonazione innesca la miscela, generando un’onda d’urto molto potente e una palla di fuoco a lunga durata.
Queste loro caratteristiche le rendono particolarmente efficaci contro bersagli fortificati, come bunker o grotte. Sono state create nella Prima guerra mondiale e, successivamente, perfezionate negli anni Sessanta dagli Stati Uniti per colpire i Vietcong nei tunnel e nelle foreste. I sovietici adattarono queste armi per proiettili anticarro e lanciagranate e la utilizzarono per la prima volta durante il conflitto in Afghanistan. Negli anni Novanta, videro un impiego nel Paese centro-asiatico e in Iraq per scovare i seguaci di al-Qaeda nelle grotte.
Il diritto internazionale non ne vieta esplicitamente l’uso, ma esso è rigidamente regolato e soggetto a restrizioni. La Convenzione dell’Aia, per esempio, prevede che il loro utilizzo contro obiettivi civili venga considerato un crimine di guerra.
Nel conflitto ucraino, le truppe di Mosca e Kiev le hanno utilizzate più volte. In particolare, le forze di Putin hanno confermato di averle impiegate per fermare l’avanzata nemica nella regione di Kursk. Gli ucraini ne hanno fatto un uso più limitato, montando piccole cariche su droni.
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