La Russia rafforza la propria postura militare sul fianco orientale dell’Europa con il dispiegamento di nuovi missili balistici ipersonici a capacità nucleare in Bielorussia, una mossa che alimenta le preoccupazioni sulla sicurezza del continente e riaccende il confronto strategico con la Nato. Mosca continua a sostenere di non avere intenzioni aggressive e accusa l’Occidente di prepararsi alla guerra, ma sul terreno i segnali indicano un rafforzamento concreto delle capacità offensive russe.
Secondo un’analisi di immagini satellitari commerciali, esaminate da ricercatori statunitensi e da fonti dell’intelligence americana, il Cremlino avrebbe iniziato a schierare il nuovo missile ipersonico Oreshnik in un’ex base aerea situata nei pressi di Krichev, nella Bielorussia orientale. Le immagini mostrano lavori di costruzione avviati tra il 4 e il 12 agosto e infrastrutture compatibili con una base missilistica strategica, tra cui un punto di trasferimento ferroviario di livello militare, recintato e protetto, che consentirebbe il trasporto via treno dei missili, dei lanciatori mobili e dei componenti logistici.
Along with @DuitsmanMS and @dex_eve, I think we found the first deployment site in Belarus of the the Oreshnik IRBM. pic.twitter.com/5iB8X84hbs
— Dr. Jeffrey Lewis (@ArmsControlWonk) December 26, 2025
Jeffrey Lewis del Middlebury Institute of International Studies e Decker Eveleth dell’organizzazione di analisi CNA hanno dichiarato di essere “certi al 90%” che i lanciatori mobili dell’Oreshnik siano stati posizionati in quel sito. Valutazioni simili sarebbero state raggiunte anche dagli apparati di intelligence statunitensi. La base individuata, tuttavia, sarebbe sufficientemente grande da ospitare solo tre lanciatori, il che lascia ipotizzare che eventuali ulteriori sistemi possano essere dislocati in altre località bielorusse.
Sul piano politico, il dispiegamento era stato preannunciato. Lo scorso agosto Vladimir Putin aveva annunciato l’avvio della produzione dei nuovi missili ipersonici e la decisione di schierarli in Bielorussia. In un incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko sull’isola di Valaam, vicino a San Pietroburgo, il leader del Cremlino aveva affermato che i siti di dispiegamento erano già stati selezionati e che i lavori preparatori sarebbero stati completati entro la fine dell’anno. Lukashenko ha poi confermato la scorsa settimana che i primi missili sono effettivamente arrivati in Bielorussia, senza precisarne la posizione.
L’Oreshnik, che in russo significa “nocciola”, è un missile balistico ipersonico a raggio intermedio con una portata stimata superiore ai 5.000 chilometri e una velocità che potrebbe raggiungere Mach 10. La Russia lo ha utilizzato per la prima volta l’anno scorso contro l’Ucraina, colpendo una fabbrica a Dnipro. Se dispiegato stabilmente in Bielorussia, il sistema amplierebbe in modo significativo la capacità di Mosca di colpire obiettivi in gran parte dell’Europa, riducendo i tempi di reazione e complicando le difese antimissile occidentali.
Secondo i piani resi noti da Minsk, fino a dieci missili Oreshnik potrebbero essere dislocati sul territorio bielorusso. Il loro posizionamento avviene in un contesto già segnato dalla sospensione di fatto dei principali meccanismi di controllo degli armamenti e dall’avvicinarsi della scadenza del trattato New START.
Parallelamente, Kiev accusa Mosca di utilizzare la Bielorussia anche come piattaforma logistica e tecnologica per le operazioni contro l’Ucraina, in particolare per aggirare le difese aeree attraverso l’uso di droni. Accuse che né Mosca né Minsk hanno commentato.