Guerra in Ucraina

"Opera di specialisti": La Russia trova il detonatore dell'attacco a Nord Stream

Il presidente russo Vladimir Putin sostiene di aver trovato a 30 km dal luogo dell'incidente un'antenna che avrebbe attivato l'esplosione del gasdotto Nord Stream. Il mistero sul sabotaggio s'infittisce

"Opera di specialisti": La Russia trova detonatore sabotaggio Nord Stream
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Vladimir Putin annuncia che la Russia avrebbe le prove che il sabotaggio di Nord Stream è stata provocata con un attentato dinamitardo comandato a distanza. All'agenzia Tass il leader del Cremlino ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che le autorità russe hanno trovato un'antenna a 30 km di distanza dal luogo in cui si sono verificate le esplosioni che a settembre hanno danneggiato il gasdotto baltico.

Cosa è stato usato per sabotare Nord Stream

L'antenna avrebbe avuto tutto l'aspetto di un detonatore a distanza e probabilmente, secondo quanto emerso nelle indagini condotte da Mosca, sarebbe dovuta essere utilizzata per un'altra detonazione "È difficile per la Russia portare avanti le proprie indagini sull'attacco terroristico al Nord Stream se non le è permesso l'accesso", ha detto Putin poco prima di ricevere a Mosca il presidente siriano Bashar al-Assad. Per Putin "solo degli specialisti avrebbero potuto attaccare i gasdotti" Nord Stream 1 e 2.

Nella giornata odierna il presidente russo aveva già parlato con attenzione dei gasdotti sulla cui rotta aveva plasmato negli anni scorsi l'alleanza energetica con la Germania di Angela Merkel, ora ridotti a due inservibili infrastrutture sottomarine da 15-20 miliardi di dollari di valore: "Se i nostri partner europei sono interessati e se hanno ancora questo istinto di interesse nazionale, allora, ovviamente, avranno un futuro", ha detto Putin in un'intervista al canale televisivo Rossiya 1, accusando poi gli Stati Uniti di essere contro tale ipotesi. "A volte mi sembra che qualunque cosa venga loro detta da Oltreoceano, loro la fanno", ha aggiunto sardonicamente.

La Russia da tempo chiede chiarezza sul sabotaggio al gasdotto a cui Gazprom, il suo colosso energetico di Stato, ha fino all'invasione dell'Ucraina affidato le spedizioni di oro blu verso la Germania e che a lungo hanno plasmato la dominazione di Mosca nel mercato europeo del gas. L'aertura del secondo tratto di Nord Stream, raddoppiato negli anni finali del governo Merkel, è stata bloccata con la guerra.

La battaglia su Nord Stream

Tra lunedì 26 e martedì 27 settembre, lo ricordiamo, Nord Stream, in entrambe le sue diramazioni, è stato colpito duramente da almeno tre esplosioni che hanno messo fuori gioco le condutture e, a largo dell’isola danese di Bornholm, per diversi giorni la fuoriuscita di gas ha prodotto in superficie nel Mar Baltico un "impronta" rimasta chiaramente visibile. Mosca chiede da tempo un'indagine internazionale sull'accaduto; Svezia, Danimarca e Germania indagano per conto loro, a volte coordinandosi sul fronte d'intelligence e in altri casi mettendo in campo strategie individuali. "Il gasdotto Nord Stream è stato colpito da un grave sabotaggio, sono state trovate tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei rinvenuti": è la conclusione a cui nel novembre scorso è arrivato il procuratore svedese Mats Ljungqvist, che però non è andato oltre nel formulare capi d'accusa.

A febbraio Stoccolma, Copenhagen e Berlino hanno detto che non sanno quando finiranno le indagini; a inizio marzo, dopo che in precedenza c'era stata maretta sulle parole del Premio Pulitzer Seymour Hersh, il New York Times ha ventilato l'ipotesi che dei "sabotatori filo-ucraini" possano aver lavorato all'attentato. Ad oggi non ci sono prove certe per verificare nessun ipotesi reale e, se di attentato si tratta, l'ipotesi che la responsabilità sia russa o del campo Nato filo-ucraino, a prescindere che la mano sia stata militare, d'intelligence o terroristica, non è decisa a prescindere. E anche il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha ricordato che "la probabilità che si tratti dell’una o dell’altra ipotesi è ugualmente elevata".

Le parole di Putin riaprono una volta di più il dibattito su chi ha colpito Nord Stream.

E bisognerà capire se oltre all'antenna di cui ha parlato lo zar del Cremlino Mosca porterà altri elementi utili a aprire un'indagine indipendente, autonoma e reale sul sabotaggio dell'ex arteria vitale delle vie europee del gas.

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