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Un solco più profondo dell’Atlantico

Sulle spalle di Starmer, Macron e Merz ricade l'onere concretissimo e urgente di assumersi il ruolo di decisivi difensori dell'Ucraina

Un solco più profondo dell’Atlantico
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Al Cremlino, ringalluzzito dalle ultime sparate anti Ue di Trump, si rimarca con soddisfazione che «adesso è l'Europa a essere isolata» e si minaccia ormai apertamente per intimidire: «L'Ue ascolti Trump se vuole salvarsi». Lo strappo di Trump ha condizionato pesantemente anche l'incontro di ieri a Londra di Zelensky con i leader dei tre Paesi guida del gruppo dei «volenterosi». Sulle spalle di Starmer, Macron e Merz ricade l'onere concretissimo e urgente di assumersi il ruolo di decisivi difensori dell'Ucraina. Ma non si rinuncia a cercare di tenere a bordo anche Trump, nonostante ciò appaia sempre meno realistico. Di fatto, è chiaro che il già cospicuo supporto europeo a Kiev dovrà essere elevato per compensare per quanto possibile il rischio imminente che quello americano venga meno. Il messaggio principale uscito da Londra, però, è stata un'ammissione imbarazzata veicolata dal francese Macron: «Il problema principale è la convergenza con gli Stati Uniti».

Mentre appare evidente, nonostante caute affermazioni europee in senso contrario, che Europa e Usa non condividono più una visione del mondo, Starmer, Macron e Merz rassicurano su un immutato e convinto sostegno a Zelensky, che sottolinea: «Dobbiamo prendere importanti decisioni, gli Usa restano cruciali». Una vaghezza in parte giustificata dalla riservatezza, ma che fa temere che manchi tuttora una strategia comune praticabile.

Rimane fermo lo scoglio dei 140 miliardi di asset russi congelati in Europa da utilizzare per pagare il conto della resistenza ucraina. In tarda serata, Zelensky ha incontrato a Bruxelles il numero uno della Nato Rutte. Oggi volerà a Roma per colloqui con Giorgia Meloni. E intanto, l'aggressione russa continua.

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