Tregua di Natale appesa a un filo. Scambi di accuse tra Kiev e Mosca

Dopo l'annuncio della tregua unilaterale da parte delle forze russe, Kiev accusa Vladimir Putin di "cinismo" e ipocrisia e respinge la tregua. La Difesa di Mosca garantisce il rispetto degli ordini, ma ci sono accuse di violazioni

Tregua di Natale appesa a un filo. Scambi di accuse tra Kiev e Mosca

La tregua per il Natale ortodosso ordinata dal presidente russo Vladimir Putin si regge su un filo sottilissimo. Lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev è iniziato sin dalle prime ore successive all'inizio del cessate-il-fuoco unilaterale russo. Il sindaco di Kramatorsk ha accusato le forze russe di avere colpito la città esattamente prima dell'inizio della tregua. Giungono notizie anche di missili russi caduti sulla regione di Kherson sempre poco prima della tregua. Mentre il governatore ucraino di Luhansk ha dato notizia di 14 violazioni del cessate-il-fuoco da parte dei militari di Mosca nelle zone tornare sotto il controllo di Kiev.

I russi, dall'altro lato, hanno accusato gli ucraini di avere lanciato colpi di artiglieria contro Donetsk proprio quando è scoccata l'ora in cui è stato ordine di cessare il fuoco. Le forze armate di Mosca hanno garantito di rispettare l'ordine impartito dal Cremlino rilanciando le accuse sui nemici ucraini. "Nonostante l'osservanza del regime di cessate il fuoco da parte delle truppe russe... il regime di Kiev ha continuato a bombardare città e posizioni russe", ha detto il ministero della Difesa russo, senza specificare però che l'Ucraina non ha accettato la tregua per il Natale annunciata da Putin, che anzi è stato accusato di propaganda e di sfruttare la festività per ingannare l'opinione pubblica sul conflitto.

L'impressione è che la tregua annunciata dal Cremlino non abbia sortito l'effetto politico, più che bellico, sperato dal presidente russo. Il consigliere presidenziale ucraino, Oleksiy Arestovych, ha rispedito la proposta di tregua per il Natale dicendo ai russi che "ci saranno solo Himars sulle vostre teste". E, come riportato da Ansa, in collegamento con l'attivista russo Mark Feigin, lo stesso consigliere (uno degli uomini più potenti dell'entourage di Zelensky) ha ribadito di volere che la guerra continui "fino a quando l'ultimo piede dell'ultimo occupante sarà rimosso dal nostro territorio". Un altro consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha definito il cessate il fuoco "un inganno primitivo e cinico".

Sulla stessa linea il blocco a sostegno dell'Ucraina. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price, ha sottolineato alla stampa come l'unica parola per definire la propria di tregua da parte russa sia appunto "cinica", ricordando come Washington è preoccupata "che i russi cerchino di sfruttare ogni pausa temporanea nei combattimenti per riposarsi, riprendersi, riorganizzarsi e, alla fine, riattaccare". Su Twitter il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha scritto su Twitter che "l'annuncio di un cessate il fuoco unilaterale è tanto fasullo e ipocrita quanto sono illegali e grotteschi le annessioni ed i relativi referendum". E gli esperti del think-tank statunitense Institute for the Study of War hanno affermato che Putin "potrebbe aver invocato la tregua per dare poi la colpa all'Ucraina di essere intransigente e di non volere intraprendere i passi necessari in direzione di negoziati".

Unica organizzazione a esprimere apprezzamento per la tregua è l'ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Aiuti umanitari (Ocha), che attraverso le parole di Martin Griffiths, ha comunque voluto rimarcare che "l'annuncio della Federazione Russa di un cessate il fuoco di 36 ore in Ucraina è una buona notizia", in quanto "offrirà l'opportunità di inviare un convoglio di assistenza tanto necessaria alle persone a cui non siamo stati in grado di accedere a causa degli intensi combattimenti".

Intanto, come riferito su Telegram dalla vicepremier Iryna Vereschuck, l'Ucraina ha rilanciato l'allarme su possibili attacchi russi nonostante l'annuncio della tregua, invitando

i cittadini ad astenersi "dal visitare luoghi affollati". Una richiesta che ha particolare importanza soprattutto per la possibilità che i fedeli ucraini si rechino a visitare luoghi di preghiera per celebrare il Natale.

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