
Un’ondata di attacchi aerei russi ha colpito l’Ucraina durante la notte, in quello che le autorità di Kiev definiscono il più vasto attacco dall’inizio dell’invasione russa nel 2022. Secondo il comando dell’aeronautica ucraina, la Russia ha impiegato oltre 400 droni da combattimento e più di 40 missili, bersagliando città in tutto il Paese, da Leopoli a Kiev, fino a Ternopil e Chernihiv. Tre soccorritori sono stati uccisi nella capitale e almeno 49 persone risultano ferite in tutto il Paese, con il bilancio che potrebbe aggravarsi.
L'appello di Zelensky
Mentre l’intensità del conflitto resta immutata e le città ucraine pagano un prezzo altissimo, si fa sempre più pressante l’urgenza di una risposta internazionale coerente. Ma tra pressioni militari, narrazioni divergenti e fragili tentativi diplomatici, la strada verso una pace stabile appare ancora lontana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rinnovato l’appello a Stati Uniti e Unione Europea affinché esercitino maggiore pressione su Mosca: “Chi rallenta la risposta globale dà alla guerra più tempo per mietere vittime. Questo è complicità”. "La Russia è l'aggressore e questa posizione è chiaramente espressa in tutte le decisioni del Consiglio e nelle dichiarazioni della leadership europea. Tutto ciò che facciamo è volto a rafforzare l'Ucraina, siamo al suo fianco ed è per questo che aumentiamo la pressione sulla Russia", afferma una portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di Trump, il quale ieri ha affermato che le possibili sanzioni statunitensi "potrebbe riguardare entrambi i Paesi" in futuro.
Il raid della notte scorsa
Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha sottolineato su X la divergenza tra le azioni delle due parti in conflitto: “Noi colpiamo aerei militari che bombardano le nostre città. Mosca invece prende di mira infrastrutture civili e residenziali. Questa è autodifesa, non terrorismo”. L’attacco ha provocato interruzioni di corrente in oltre 2.000 abitazioni nella zona est di Kiev. A Ternopil, un impianto industriale è stato colpito, sollevando timori per una nube tossica. A Lutsk, un edificio residenziale è parzialmente crollato.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che i bombardamenti notturni sono stati diretti contro obiettivi militari, tra cui impianti per la produzione e riparazione di armi, magazzini e centri di addestramento, in ritorsione agli attacchi ucraini dei giorni precedenti. “Tutti i bersagli sono stati colpiti con successo”, ha sostenuto il dicastero. Nel frattempo, fonti ucraine hanno riferito di attacchi mirati contro due aeroporti militari russi, Engels e Diaghilev, dove erano schierati bombardieri strategici e aerei cisterna impiegati negli attacchi contro il territorio ucraino.
La guerra "esistenziale" di Mosca
Nel panorama internazionale, la risposta politica resta incerta. Donald Trump ha paragonato il conflitto a una lite tra bambini e suggerito di “lasciare che combattano ancora un po’”. Il Cremlino ha, invece, definito la guerra in Ucraina una questione “esistenziale” per la Russia: “Si tratta dei nostri interessi vitali, della nostra sicurezza, del futuro del Paese e dei nostri figli”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov durante il briefing quotidiano con la stampa, rispondendo alle affermazioni di Trump. Secondo The Atlantic, il presidente americano sarebbe irritato per gli attacchi ucraini sul suolo russo, ritenendoli un ostacolo a futuri negoziati di pace. Nonostante ciò, il portavoce del Cremlino ha riconosciuto gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti, affermando: “Siamo grati a Washington per i tentativi di facilitare un accordo”.
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha intanto ribadito che Mosca continuerà a difendere i diritti della popolazione russofona in Ucraina, descrivendo le politiche linguistiche di Kiev come “discriminatorie” e parte di un progetto per “sradicare tutto ciò che è russo”. In parallelo, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, sotto controllo russo, è tornata al centro dell’attenzione dopo che Mosca ha denunciato attacchi ucraini con droni contro strutture adiacenti. Le autorità locali affermano che non ci sono stati danni al reattore, ma l’episodio sottolinea ancora una volta la fragilità del contesto nucleare.
Sul piano militare, diversi analisti iniziano a segnalare l’erosione progressiva della capacità bellica russa, nonostante la trasformazione dell’economia in assetto di guerra permanente.
Secondo fonti occidentali, Mosca avrebbe perso oltre 10.000 veicoli militari, inclusi 3.000 carri armati e 250 aerei. Rapporti recenti parlano di soldati inviati al fronte su veicoli civili a causa della carenza di mezzi corazzati.