Consumato un quarto delle scorte di missili: allarme dopo il conflitto Israele-Iran

L’intenso utilizzo degli intercettori in un periodo così breve ha messo in luce una criticità nella capacità di risposta missilistica americana

Consumato un quarto delle scorte di missili: allarme dopo il conflitto Israele-Iran
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Durante la guerra lampo di 12 giorni tra Israele e Iran dello scorso giugno, gli Stati Uniti hanno utilizzato circa un quarto delle loro scorte di intercettori missilistici Thaad, lanciandone tra i 100 e i 150 per sventare un'ondata di missili balistici iraniani. Lo riporta la Cnn, citando due fonti informate sull’operazione.

Washington, che dispone attualmente di sette sistemi Thaad, ne aveva dispiegati due in Israele per proteggere il suo alleato. L’intenso utilizzo degli intercettori in un periodo così breve ha messo in luce una criticità nella capacità di risposta missilistica americana, aggravata dalla lentezza nel rimpiazzare le scorte: secondo i dati del Pentagono, nel 2023 sono stati prodotti solo 11 nuovi missili Thaad, e per quest’anno se ne attendono 12.

Il sistema Thaad (Terminal High Altitude Area Defense) rappresenta uno dei pilastri più avanzati della difesa antimissilistica statunitense. Prodotto da Lockheed Martin per conto del Pentagono, è progettato per intercettare missili balistici a corto e medio raggio durante la fase terminale del loro volo, ovvero quando stanno per rientrare nell’atmosfera terrestre. A differenza di altri sistemi che utilizzano testate esplosive, neutralizza le minacce colpendole direttamente con energia cinetica, distruggendole per impatto. Ogni batteria è composta da radar ad alta precisione (in particolare l’AN/TPY-2 della Raytheon), da un centro di comando e controllo, da lanciatori mobili e da intercettori capaci di raggiungere bersagli fino a 200 km di distanza e oltre 150 km di altitudine. È un sistema completamente mobile, che può essere rapidamente dispiegato in teatri di crisi.

Utilizzato in Corea del Sud e richiesto da altri alleati come l’Arabia Saudita, non è pensato per contrastare missili intercontinentali, ma è considerato strategico per proteggere basi e infrastrutture in aree ad alto rischio. Il suo costo, però, è elevato: circa 11 milioni di dollari per singolo intercettore. Questi fattori contribuiscono a spiegare le preoccupazioni emerse dopo l’impiego intensivo del sistema durante il conflitto tra Israele e Iran, che ha esaurito in pochi giorni una porzione significativa delle scorte americane. Sebbene i dati sull'inventario esatto degli intercettori siano classificati, i dati annuali sugli acquisti di missili possono fornire un'approssimazione. I maggiori acquisti di missili Thaad nel 2018 e nel 2019 hanno contribuito a livelli di inventario ragionevolmente elevati, ma gli acquisti recenti sono stati relativamente modesti, suscitando preoccupazione alla luce dei nuovi conflitti in Medio Oriente.

L’emergere di questa vulnerabilità strategica arriva in un momento in cui il sostegno dell’opinione pubblica americana alla difesa di Israele è ai minimi storici, e solleva interrogativi più ampi sulla prontezza globale degli Stati Uniti. Ex funzionari della Difesa e analisti missilistici hanno espresso preoccupazione per la capacità dell’industria americana di rigenerare rapidamente tali armamenti ad alta tecnologia.

Interpellato sul tema, il portavoce del Pentagono Kingsley Wilson ha rassicurato: “Le forze armate statunitensi sono le più forti di sempre e hanno tutto il necessario per svolgere qualsiasi missione, ovunque e in qualsiasi momento”.

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