Il guerriero Nadal sul trono di Borg

E oggi l’iberico può superare il mito scandinavo e andare a caccia di Vilas e del primato assoluto di vittorie di fila: 53

Lea Pericoli

Rafael Nadal battendo per 7-6, 6-3 Nicolas Almagro si è qualificato per la finale del torneo di Barcellona. Il n. 2 del mondo con questa vittoria ha eguagliato la striscia ininterrotta di Bjorn Borg. Ai suoi tempi il campione svedese mise insieme una «collanina» di 46 successi consecutivi. Record che sicuramente oggi Nadal supererà perché il suo avversario si chiama Tommy Robredo ed è un tipo che non dovrebbe dargli troppi problemi. Gli amanti dei numeri gridano al miracolo! L’albo d’oro del tennis si riapre. E, molti scoprono che il record di vittorie non appartiene a Borg ma a Guillermo Vilas, che possiede una sequenza di 53 successi consecutivi. Non più tardi di una settimana fa il principe Alberto di Monaco, in occasione del Centenario del Torneo, ha voluto celebrare i grandi campioni del passato, ovvero tutti coloro che hanno avuto l’onore di vedere il proprio nome iscritto sui marmi sacri del Country Club. Alberto II ha invitato tutti a colazione sulle celebri Terrazze del Club. È stato bello ritrovarsi anche se Nastase non ha rinunciato a una battutaccia: «Ragazzi, se fossi in voi non sarei tanto contento! I nomi incisi sul marmo si trovano soltanto nei cimiteri!» Affermazione che ha suscitato grande ilarità perché il nome di «Nasty» su quella sacra parete è riportato 3 volte, proprio come quello di Pietrangeli. È raro che io parli del mio tennis però in questo caso lo faccio perché posso vantare un autentico primato. L’incisione del mio nome sui marmi del Country Club vale: 3 singolari, 5 doppi e 3 misti. Lo scrivo per giustificare, con i lettori, la mia presenza tra star del calibro di Pietrangeli, Nastase, Vilas, Patty, Darmon, Haillet, Bergelin. Meravigliosi campioni con i quali il «Principe sportivo» si è molto divertito. Ognuno ha ripercorso la sua storia meravigliandosi che lo spaccato di vita tennistica di cui parlava era di: 60 anni fa per Bergelin e Patty, di 50 per me e Nicola, di 40 per Nastase e Vilas.
Ho fatto questa lunga premessa per spiegare quanto siano assurdi nel tennis i paragoni. Se i miei amici campioni scrivessero con me questo articolo verrebbe fuori l’inferno! Innanzitutto segnalerebbero che l’atletico, fantastico, entusiasmante, Raphael Nadal (per il quale io faccio il tifo) per ora ha vinto un solo titolo del Grande slam, lo scorso anno a Roland Garros. Bjorn Borg in una carriera molto breve perché si concluse a 25 anni, di Roland Garros ne vinse 6, più 5 Wimbledon consecutivi. Ci riuscì da «pallettaro» al quale i grandi tecnici avevano predetto vita breve. «Borg non potrà mai giocare sull’erba!» dissero. Secondo Don Budge lo svedese giocava in un corridoio immaginario al centro del campo. Ma aveva la capacità di passare gli avversari, quando venivano a rete, in spazi larghi dieci centimetri. Parlando di Borg, Tiriac spiegò che nessun giocatore al mondo si era mai mosso con tanta rapidità su un campo da tennis. Borg, la direzione della palla, la leggeva in anticipo! L’augurio che tutti facciamo a Nadal, supermuscoloso atleta del Duemila è che il fisico possente che si è costruito regga il ritmo di uno sport devastante com’è diventato il tennis.

Certo il fascinoso «Matador della racchetta» ha dalla sua il vantaggio di essere stato l’unico al mondo capace di battere Federer per 3 volte di fila. Quindi, per il momento direi che l’obiettivo dello spagnolo può diventare quello di eguagliare il record di Vilas. Ma prima di confrontarlo a Borg vorremmo che vincesse 11 Grandi slam, di cui 5 sull’erba di Wimbledon.

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