RomaHanno ragione quelli di Repubblica. In Italia la libertà di stampa vacilla e il diritto allinformazione scricchiola. Scorrendo i palinsesti della tv di Stato e non, ma soprattutto il menu di mamma Rai, straordinaria cucina pagata da tutti a suon di canone, non si può non fare un salto sulla sedia: dove sono le trasmissioni contro? Dove quelle con la schiena dritta? Dove sono i programmi, satirici o meno, che mettono alla berlina il premier e denunciano la maggioranza di governo? Dove diavolo sono finite? Hanno ragione quelli di Repubblica: vale la pena manifestare e firmare con convinzione lappello del trio Cordero-Rodotà-Zagrebelsky. Meglio sarebbe inviare una propria foto al sito di largo Fochetti per la campagna «Siamo tutti farabutti» e scendere in piazza dopodomani e ringhiare, gridare al regime, alzare la voce. Perché le voci «contro» sono flebili, limitate, ridotte al lumicino, quasi spente.
Sono poche, pochissime. Sono rimaste soltanto queste: cè quella con la erre arrotata del lunedì, ma su La7, dalle 21.10 in poi. È lugola de LInfedele di Gad Lerner, noto filoberlusconiano nato in Lotta Continua, cresciuto a Radio Popolare, al Manifesto, allEspresso, tifoso della Margherita e supporter dichiarato del Pd. Si, vabbè, poi cè martedì, prima serata, voce alla voce perfettina e garrula. Mamma Rai manda in onda su Raitre Ballarò di Giovanni Floris, pure lui vicinissimo al centrodestra: primi passi allAvanti, pupillo di Gino Giugni, collaborazioni con la casa editrice della Cgil, fortissimamente voluto a viale Mazzini da Paolo Ruffini. Rete? Tre.
Mercoledì (ma anche martedì, giovedì e venerdì), sempre su Raitre, microfoni aperti per unaltra voce, questa volta stridula e chiassosa, dellennesima limpida sostenitrice del governo in carica: Serena Dandini con Parla con me. Sì, la stessa Dandini che girotondava con i Nanni Moretti e i Pancho Pardi, che faceva il tifo per Veltroni sindaco e Fassino capo del Pd. Il giorno successivo? Beh, giovedì tocca al vocione di Michele Santoro, forse il più luminoso cantore di Berlusconi e del berlusconismo con il suo Annozero, Raidue ore 21.00. Mischiata alla sua, anche quella monocorde e ossessiva di Marco Travaglio, altro vate di Palazzo Chigi. Santoro: sdraiato conduttore filoregime, colonna della Rai dopo i primi passi allUnità, collezionista di esposti, denunce, avvertimenti, una parentesi alleuroparlamento con la bandiera dellUlivo. E poi Travaglio, vagiti giornalistici al Giornale, la crescita alla Voce, poi Cuore, lEspresso, lUnità e quindi il Fatto. Fiancheggiatore di Beppe Grillo nel mandare a «Vaffa...» mezzo mondo, è lultras delle Procure di mezzo mondo e «si onora dellamicizia di Franca Rame».
Venerdì? Beh, venerdì ci si potrebbe rinfrescare le orecchie con la Dandini nellattesa del week end. Sabato e domenica, sempre grazie al canone, ci si gusta Che tempo che fa... su Raitre: ottanta minuti con Fabio Fazio, altro noto pidiellino, affezionatissimo ad Adriano Sofri, celebre per le sue interviste di pungolo agli esponenti del centrosinistra, megafono delle accuse più pirotecniche di Travaglio. A sovrastare la sua, di voce, quella dialettale, stridula e chic di Luciana Littizzetto, popolare comica di centrodestra, estremamente delicata e riverente con Chiesa e cardinali. Sempre domenica, alle 14.30 su RaiTre, laccento campano di Lucia Annunziata e il suo «In mezzora». Pure lei tra le berluscones, scuola Manifesto, poi Repubblica, Corriere e Stampa. Nellattesa di risentire la voce seriosa di Milena Gabanelli (pure lei di chiara collocazione destrorsa), con il suo Report in onda da domenica 11 ottobre su Raitre, si ammetta che Repubblica ha ragione: urgono trasmissioni coraggiose, audaci, non timorose nei confronti del Palazzo, magari condotte da professionisti non così filoberlusconiani.
Dandini, Fazio, Travaglio, Gabanelli, Littizzetto, Floris, Lerner, Gruber e Santoro: troppo timidi, schivi, timorosi. Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica: troppo poco, siamo allanticamera, se non nel salotto, del regime.
Servono denunce, programmi che rovistino nelle lenzuola del premier, fiction sui water dei palazzi del potere, talk show dove si parli di politica vera, alta, magari dando voce a unescort.
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