Politica

Guidi: «L’Irap va tagliata subito il costo del lavoro è troppo alto»

Il presidente di Anie: «Sono preoccupato per le parole del sindacato»

da Milano

«L’Irap? È la tassa più malvista e più odiosa fra tutte quelle esistenti. Purtroppo non è mai stata abrogata. La riduzione della pressione fiscale a carico di imprese e famiglie è una priorità. Dopo aver delocalizzato parte della catena produttiva, ora non si è lontani dalla delocalizzazione anche della dichiarazione dei redditi». È allarmato Guidalberto Guidi, presidente di Confindustria Anie (l’Associazione dell’industria elettronica italiana) e di Confindustria Ancma (l’Associazione dei produttori di motoveicoli e accessori): la possibilità che la Ue intervenga con una serie di rilievi sul taglio del cuneo fiscale, in sostanza la riduzione dell’Irap, potrebbe infatti causare uno slittamento dell’entrata in vigore del provvedimento. E se poi andasse in porto la richiesta del leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che approfitterebbe dell’occasione per apportare ulteriori modifiche («se la Ue ce lo rimanda indietro - così il segretario generale del maggior sindacato italiano, riferendosi al taglio del cuneo - si potrebbe cambiare anche qualcos’altro»), i tempi si dilaterebbero ancora. «È un’affermazione che mi preoccupa tantissimo - commenta Guidi al Giornale - non voglio dire che arriva dal presidente del Consiglio, ma quasi, vista la presenza di sindacalisti in questa maggioranza». La Commissione Ue sta discutendo con Palazzo Chigi il nodo della selettività degli sgravi che non prevedono banche, assicurazioni e società concessionarie. In pratica, l’esclusione dai tagli Irap riguarda aziende del calibro di Eni, Telecom, Enel e Autostrade. Una selettività, insomma, che lasciando ai margini alcune realtà, avrebbe il sapore di un aiuto di Stato illegittimo. E martedì, in una riunione a Bruxelles, le parti cercheranno di sciogliere il nodo.
Presidente, come andrà a finire?
«Non voglio pensare a uno slittamento, non so che cosa succederebbe nelle nostre associazioni se ciò avvenisse. La riduzione del cuneo fiscale, cioè il taglio dell’Irap, va fatta perché deve favorire un sistema di imprese che compete a livello globalizzato. Sul criterio adottato dal governo potrei essere teoricamente d’accordo: si escludono, infatti, quelle attività meno soggette alla competizione globalizzata. Vero è, però, che continua questa mania di cercare di apportare modifiche a un provvedimento per evitare penalizzazioni o favoritismi. Per noi, comunque, è importante che il taglio sia attuato in fretta anche perché, quest’anno, la riduzione di tre punti avverrà in due tranche. E i tre punti pieni li avremo solo dall’1 gennaio 2008. Mi auguro che il possibile intervento della Ue non costituisca motivi di ritardo».
In gioco c’è la competitività delle imprese...
«Bisogna passare ai fatti. In Italia non si lavora più come una volta: la tassazione del reddito da impresa è ai massimi mondiali, mentre la tassazione nell’Est Europa va dal 15 al 19%. È tempo di confrontarsi con chi fa i prezzi nel mondo. Bisogna tenere conto dei costi cinesi, indiani o dell’Est Europa. Una volta era la qualità a fare premio, ma oggi è il prezzo. La qualità è una precondizione di ingresso e permanenza nel mercato. Mi disturba l’atmosfera da regalo che aleggia sempre nei nostri confronti».
Prendiamo come esempio le aziende dell’Anie...
«È la maggiore associazione confindustriale dopo quella dei costruttori. Con un export medio del 50% e il 47% della spesa in ricerca e sviluppo di tutta l’industria privata italiana, si è riusciti ugualmente a perdere 20mila posti. E solo nel 2006 la ripresa internazionale ha riportato ossigeno.

Guadagnare competitività interessa tutto il Paese».

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