Il guru di Blair scriveva: «La Libia sarà la Norvegia d’Africa»

Gheddafi chi? Non sono solo gli statisti che fanno a gara a prendere le distanze. Quando il Raìs era l’astro più brillante della costa sud del Mediterraneo, il Colonnello istrione che faceva ballare al ritmo della sua musica i potenti di tutta Europa, la sua corte era affollata anche da intellettuali, giornalisti, artisti. E oggi l’imbarazzo serpeggia tra Vip e cattedratici, tutti trasformati in centometristi, pronti a scattare lontano da ogni contatto con lo scomodo amico di Tripoli. I più sfortunati sono i professionisti della parola scritta: quella ha il vizio di rimanere. È il caso del professor Anthony Giddens, osannato teorico della Terza via e padre del «Blairismo», insomma uno di quei personaggi dalle cui labbra pendono i salotti di mezza Europa. Da qualche giorno Giddens si è aggiunto alle fila degli imbarazzati, perché la dispettosa stampa inglese ha ritirato fuori un suo scritto che risale ad appena tre anni fa, un breve saggio convivialmente intitolato «la mia chiacchierata col colonnello», in cui il professore scivola sull’enfasi da innamoramento: l’uomo che oggi è unanimamente bollato come sanguinario dittatore, per Giddens era «l’ultimo rivoluzionario insieme a Fidel Castro». A leggere sembra di sentire suonare i violini: «Tra i regimi a partito unico, la Libia non sembra particolarmente repressiva». Chissà se la illuminante lettura sarà finita sotto gli occhi degli oppositori del regime che avrebbero avuto anni di tempo per apprezzarla, chiusi in un carcere politico. E chissà che cosa ne pensa chi si è trovato nel corteo che, uscito dalla moschea a Tripoli ha iniziato a urlare slogan contro Gheddafi e ha ricevuto in risposta sventagliate di mitra. Ma è la conclusione dell’articolo che sta spingendo Giddens sulla croce: «Il progresso per la Libia sarà possibile solo quando Gheddafi sarà caduto? Penso l’opposto». Per non parlare del finale, in cui Giddens prevedeva per il Paese un «futuro ideale da Norvegia del Nord Africa: prosperosa, egalitaria e proiettata verso l’avvenire». Sarà stato proprio «il sol dell’avvenire» ad accecare così il pensatore e sociologo inglese? I maligni prospettano una spiegazione diversa per la sua cantonata galattica. Il punto è che il prof è uno dei prodotti della London school of economics, considerata tra le più prestigiose fucine di menti economiche d’Europa. Giddens vi si laureò, prima di diventare uno stimato membro della Camera dei Lords, ne fu anche direttore. E la scuola ebbe rapporti molto stretti con la famiglia Gheddafi.

Nel 2008, Seif al Islam, il figlio del Raìs con ambizioni intellettual-mondane, si laureò presso la stessa scuola con una tesi sulla democrazia (e chi meglio di lui poteva discettare sull’argomento?). Naturalmente, il fatto che la fondazione di Seif avesse generosamente elargito alla scuola 1,5 milioni di sterline può aver offuscato i problemi di coerenza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica