Gussoni a capo degli arbitri E attacca la Figc

«Gli indagati? Non metterò la testa sotto la sabbia»

Marcello Di Dio

nostro inviato a Tivoli

Un sogno infranto, quello dell’aretino Marcello Nicchi. Che aveva scomodato niente meno che Martin Luther King e che per poco più del 40 per cento dell’assemblea degli arbitri riunita a Tivoli avrebbe rappresentato il nuovo al potere. Alla fine ha vinto l’esperienza - di oltre 50 anni in campo arbitrale – e l’anzianità («il presidente Napolitano e il Papa sono più vecchi di me, ma non è caso di fare paragoni...») del lombardo Cesare Gussoni. Da ieri è il presidente dell’Aia del dopo Calciopoli. Per lui il 60 per cento delle preferenze (173 a 117 il conteggio dei voti a suo favore) anche se «chi non ha votato per me da domani lavorerà sicuramente al mio fianco». La partenza del suo mandato assume già i toni del conflitto. Contro la Figc e il suo commissario Pancalli, colpa di quel nuovo regolamento Aia approvato a soli diciotto giorni dalla sua elezione che a Gussoni non va proprio giù. «Era meglio se si votava con quello vecchio...», dice nel suo discorso programmatico. Per poi rispondere direttamente a Pancalli (ieri a Tivoli per salutare il neo eletto, ndr): «Ci sono delle modifiche da fare, sarà la consulta degli arbitri a decidere gli argomenti da discutere. Dalle premesse del discorso di Pancalli, credo però che ci sia possibilità di dialogo».
Il vecchio che avanza, come lo ha definito qualcuno, sa come muoversi nel complicato mondo dei fischietti. «Se per vecchio che avanza si intende uno che in 53 anni non ha mai preso una censura o una sospensione, che ha condotto la classe arbitrale in un momento difficile della sua storia, che non è mai andato in tv e non ha mai fatto il dirigente di società, allora accetto volentieri la definizione». Precisa che nel 2008 non si ricandiderà (e non lo farà nemmeno Nicchi) e che il suo lavoro partirà «dalla base e non dal vertice». Ma fra i primi casi spinosi in agenda, ci sono gli arbitri indagati a Napoli. «Aspettiamo cosa succederà, se succederà qualcosa. Di sicuro non metterò la testa sotto la sabbia». Come dire, se scatteranno i rinvii a giudizio, sarà inevitabile la sospensione dei fischietti. Gussoni, infine, è cauto e freddo su un ritorno di Collina. «Grande arbitro, grande atleta che ha cercato la perfezione in maniera meticolosa.

Ma non ho trovato il suo nome tra gli associati. E ora, come rappresentante italiano all’Uefa, mi aspetto una sua telefonata. Se non lo farà, ci penserò io». Le porte dell’Aia per l’ex arbitro numero uno al mondo restano, per ora, chiuse.

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