Caro presidente Gussoni, ci spiega come farà a concludere il campionato di A e B?
«Con l’aiuto, morale e materiale, di un’associazione che mette insieme ventiseimila arbitri, un vero esercito».
Esca fuori dalla retorica e venga al sodo...
«La situazione è la seguente: 18, tra arbitri in attività, altri usciti di scena e assistenti, hanno ricevuto un avviso di chiusura dell’inchiesta penale dalla procura di Napoli. Per 4 di loro si tratta di un inedito, per gli altri 14 invece la situazione è diversa, poiché hanno già ottenuto l’assoluzione in ambito sportivo».
Qual è stata la sorpresa?
«La posizione di Gianluca Paparesta (nella foto), passato dalla condizione di vittima (episodio nello spogliatoio di Reggio Calabria, ndr) nel precedente fascicolo, a quella di esponente dell’organizzazione messa in piedi a Torino. Gli altri tre, Bertini, Pieri e Ambrosino, erano già entrati nel vecchio troncone dell’inchiesta con l’accusa di concorso in frode sportiva».
Come si comporterà, adesso, l’Aia?
«Giovedì, appena letto il primo lancio di agenzia, ho raggiunto il presidente Abete nei suoi uffici. Insieme abbiamo deciso di sospendere gli arbitri coinvolti».
Perché l’ha fatto?
«Abbiamo il dovere di offrire serenità ai campionati che sono arrivati alla fase cruciale».
Ma come farete a finire i tornei senza 3 internazionali?
«La questione è affidata a due legali. Tra meno di una settimana saremo in grado di dare una risposta concreta al quesito. Ma in qualche modo eravamo preparati, era un nodo che doveva venire al pettine».
Gli arbitri non più in attività, Racalbuto per esempio, se la caveranno?
«No. Perché, come associati, saranno sottoposti ai procedimenti disciplinari. Non mi risulta che nessuno di quelli citati nell’elenco dei 48 abbia presentato richiesta di dimissioni dall’associazione».
E per gli altri?
«Il fascicolo riguardante la posizione dei quattro nomi nuovi dell’elenco è già in mano al procuratore federale Palazzi».
A sentire i boatos provenienti da Napoli sull’arbitro Messina ci sarebbe materiale scottante...
«Non lo so. Qui, al raduno di Coverciano, Messina è assente perché aveva chiesto un permesso, motivi di lavoro. L’accusa più inquietante che ho letto nelle ultime ore riguarda l’uso, da parte degli arbitri, delle schede telefoniche svizzere che venivano considerate sicure. Ne avevo già sentito parlare».
Da chi?
«Avevo letto qualcosa del genere proprio su il Giornale, a proposito della denuncia presentata dall’ex arbitro Nucini al presidente dell’Inter, Facchetti, e inoltrata poi alla procura di Milano».
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