(...) ladozione della pillola abortiva Ru486. A pagina 6 cè un fondo durissimo che dice così: «I credenti che si schierano a favore dellaborto ed operano per la diffusione della cultura di morte, mettono gravemente in crisi la loro appartenenza alla Chiesa, la loro comunione con la Comunità cristiana».
Gustavino, primario di ginecologia allIst e da sempre obiettore di coscienza sullaborto, votò a favore della Ru 486 «perché qui non stiamo votando laborto sì o laborto no, ma lapplicazione della legge 194, che esiste già e prevede lapplicazione di metodi meno invasivi di quello chirurgico». La giustificazione non vale, replica la Curia, perché i politici di ispirazione cristiana «votando a favore della Ru486, cooperano fattivamente alla diffusione dellaborto e, per di più, contribuiscono ad un assopimento del sentire comune nei confronti di tale crimine», là dove anche il Sinodo dei vescovi ha ricordato che i politici e i legislatori cattolici devono astenersi dal «presentare e sostenere leggi inique».
Linvito neppure troppo velato è ad astenersi dal prendere la Comunione, visto che ancora il Sinodo ha sentenziato che «non cè coerenza eucaristica quando si promuove leggi che vanno contro il bene integrale delluomo» e che «non si può separare lopzione privata e quella pubblica, mettendosi in contrasto con la legge di Dio e linsegnamento della Chiesa, e questo deve essere considerato anche di fronte alla realtà eucaristica».
Gustavino resta in attesa di un incontro privato con larcivescovo, che però nei giorni scorsi gli ha fatto sapere per interposta persona di non avere piacede a incontrarlo, a meno di un suo mea culpa. ieri però il capogruppo della Margherita ha voluto rispondere al Cittadini. «Se quellarticolo è rivolto a me ne sono ulteriormente amareggiato, perché io non ho voluto diffondere alcuna cultura di morte, anzi, penso che la Ru 486 possa contribuire alla vita, perché laborto chirurgico può creare difficoltà per una gravidanza successiva, al contrario di quello farmacologico. Io credo che rispettando di più la donna si rispetti anche la sua possibilità di essere madre un domani». Replica alla Curia Gustavino che lui mai ha separato «la mia professione dalla mia professione di fede», e che non ha «la presunzione di aver ragione, ho solo agito secondo la mia scienza e coscienza». Di certo, considera «grave non tanto il richiamo, quanto «una presa di posizione così forte senza tener conto delle conseguenze». «La prerogativa di un grande uomo di fede è lesercizio della carità.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.