Kabul. Un tribunale afghano ha condannato a morte «secondo la legge islamica» un giovane giornalista locale che era stato accusato di blasfemia. Sayed Perwiz Kambakhsh, 23 anni, che lavora per il quotidiano Jahan-e Now, ha ricevuto la notizia della sentenza capitale da parte della corte di primo grado della città di Balkh.
Kambakhsh potrà appellarsi e avrà diritto a ulteriori tre gradi di giudizio. Era stato arrestato tre mesi fa dopo che alcuni suoi compagni di università lavevano denunciato per presunte ironie sullislam e il Corano, oltre che per aver diffuso un articolo in cui si sosteneva che Maometto aveva ignorato i diritti delle donne.
Il fratello di Kambakhsh e il Comitato per la protezione dei giornalisti hanno protestato contro la sentenza, definita «profondamente ingiusta», e chiesto lintervento dellopinione pubblica internazionale sul governo di Kabul.
Alcuni anni fa altri due giornalisti afghani condannati a morte per la stessa ragione riuscirono a fuggire di prigione e a raggiungere lOccidente, dove hanno ottenuto asilo.
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