da Foggia
È accusato di cinque omicidi, è ritenuto uno dei personaggi di spicco della mafia del Gargano, una vasta area della provincia di Foggia insanguinata da una faida trentennale: lui, Armando LiBergolis, 33 anni, sarà scarcerato oggi per decorrenza dei termini insieme a due presunti killer e uno spacciatore. Inoltre, tra un mese torneranno in libertà altri dieci affiliati tra i quali uno dei sicari dellorganizzazione, Gennaro Giovanditto, accusato di tredici omicidi: il processo dinanzi alla Corte dAssise è ancora in corso e i termini per la custodia cautelare sono scaduti.
E così, sulla provincia di Foggia incombe unondata di scarcerazioni che potrebbe rivelarsi una polveriera in un territorio a rischio, già segnato da una feroce guerra che ha lasciato una lunga scia di sangue: nel giro di oltre trentanni la faida del Gargano tra i clan Libergolis e Alfieri-Primosa ha provocato 35 omicidi. Una guerra spietata che si è tramandata di generazione in generazione, un terremoto criminale con epicentro a Monte SantAngelo, una sessantina di chilometri da Foggia, paesone arroccato sul Gargano.
Il conflitto cominciò decine di anni fa per liti tra allevatori: prima i contrasti innescati da furti di bestiame, poi lo scontro per il controllo del territorio. Una guerra scandita da regolamenti di conti e vendette trasversali per un cognome o una parentela, una serie di feroci agguati in piazza o nelle impervie campagne della zona o anche in altre regioni italiane, diversi casi di lupara bianca. Il primo omicidio della faida risale al 1973: da allora, il Gargano si è trasformato nel promontorio della paura.
Armando LiBergolis fu arrestato nel giugno nel 2004 nel corso di unimponente operazione dei carabinieri in cui finirono in carcere quasi cento persone. Gli investigatori hanno ricostruito numerose pagine di sangue, linchiesta è approdata in unaula di giustizia. Una parte degli imputati è stata già giudicata con rito abbreviato, ma per altri venticinque il processo ordinario dinanzi alla Corte dAssise di Foggia non è si è ancora concluso: per alcuni di loro i termini sono scaduti e già oggi scatteranno le prime scarcerazioni.
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