Hamilton, un campione che fa il furbetto

Lewis Hamilton non ha voluto solo essere bravo, un campione, ha voluto anche essere furbo, ma con la furbizia del furbetto. Scusate il gioco di parole, ma rende l'idea. Gara formidabile la sua: capace di accettare quando lo scatenamento di Raikkonen era per lui incontenibile, tanto l'uomo da battere per il campionato era Massa. Capace poi di annusare una specie di cedimento, di ferita del predatore della Ferrari al momento della pioggia e della pista di nuovo umidiccia, infida e scivolosa. Riprenderlo, spingerlo, muso contro coda, a dover osare ad un limite complicato da definire e da sentire sotto il sedere quando sei lì davanti, e passi per primo nella traiettoria bagnata mentre il giro prima era asciutta. Non hai riferimenti davanti a te, devi aprire la strada mentre quello dietro si regola su di te. Tu freni a 100 metri e quello dietro a 90; tu entri in curva a 180, e quello dietro a 200. Poi Hamilton tenta, attacca, rischia ma Raikkonen lo tiene dietro; anzi approfittando della traiettoria interna lo costringe ad allargare, ad andar fuori, a tagliare la chicane. Regolamento ad hoc chiaro e sempre applicato dai commissari: non puoi trarre vantaggio da tale manovra e se sei finito davanti al tuo avversario lo devi lasciar ripassare alla sua posizione originale. Hamilton lo ha fatto; ha lasciato scorrere via la Ferrari che era finita dietro di lui ma limpidamente e totalmente. L'ha lasciata scorrere lentamente, dalla parte meno favorevole della pista ed obbligando Raikkonen a prendere una traiettoria in frenata ed in inserimento di curva penalizzante e limitata.

Insomma Hamilton ha sì lasciato ritornare davanti a lui la Ferrari, ma ha tratto vantaggio dal taglio di chicane nei metri subito successivi a tale manovra ritornando in testa, innervosendo Kimi, facendo una sacrosanta furbata. Felipe Massa passa da meno 6 punti nel mondiale a meno 2. Con cinque gare alla fine e domenica prossima c’è Monza. Lo spettacolo è garantito!

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