nostro inviato a San Paolo
Potevamo farci mancare la penultima polemica dellanno? Macché. Penultima perché oggi altre ne sono attese: sarebbe sorpresa grande, infatti, se il Gp che chiude la stagione e assegna il mondiale dovesse svolgersi senza magagne e attriti e giudici e reclami. Il segnale lha mandato una volta ancora Lewis Hamilton: il ragazzo prodigio ha ormai un posto fisso sul podio dei casini. Se venerdì era stato il pasticcio del set di gomme, ieri è stato qualcosa di più: giro veloce, ultimo tentativo utile per Raikkonen di fare la pole ed ecco pararsi davanti a lui, tomo tomo mentre usciva dal box, Lewis con la McLaren. Eccolo accelerare, eccolo prendere possesso della pista, eccolo costringere il giovane finnico ad allargare un poco, a correggere la macchina in curva una, due, tre volte. Concluderà con il terzo tempo; un peccato, visti i tre decimi persi per lo sgarbo dellinglese - questo ha calcolato Luca Baldisserri, capo del muretto ferrarista - che lavrebbero issato in vetta a braccetto con Massa. Lui sì per davvero in pole, davanti a Lewis, al povero Kimi e al solito Alonso che non si capacita dei molti problemi in prova.
La prima fila rampante è svanita così: a causa di Hamilton che ha di nuovo fatto il furbo e perché la Fia continua a far finta di non vedere. Eppure simile problema era accaduto ad Alonso, lo scorso anno, a Monza, accusato dai giudici di aver ostacolato Massa. Fernando fu punito e retrocesso di cinque posizioni in griglia; qui le toghe motoristiche hanno invece prontamente archiviato tutto. Sono scandalizzati gli addetti ai lavori, scandalizzati certi manager, increduli i piloti. Tutto pare concesso al ragazzo che va ripetuto una volta di più è un fuoriclasse di proporzioni inaudite, che certo non avrebbe bisogno di queste autostrade daiuti.
Fatto sta, la Ferrari rinuncia a fare ricorso, «se i giudici non hanno ritenuto di procedere, vuol dire che per noi sarebbe stata solo una perdita di tempo». Eppure Stefano Domenicali, il direttore sportivo, è andato a visionare la registrazioni dai commissari, ma i suddetti hanno detto che «no, ci sembra tutto a posto». Qualcuno chiederà più tardi agli uomini di rosso vestiti se non fosse il caso di fregarsene delle perdite di tempo e procedere comunque. «Ma no, solo tempo sprecato
siamo comunque terzi e primi, e possiamo concludere davanti a tutti - la loro risposta - e comunque la decisione di non fare reclamo è stata presa da Todt dopo essersi consultato con il presidente Montezemolo».
Così, dopo lemail sulle gomme non arrivata per tempo in Giappone, ecco unaltra beffa per le truppe rampanti. Tanto più che lo stesso Raikkonen, di solito restio a qualsiasi tipo di protesta, dopo un iniziale «di certo Lewis non mi ha agevolato, però sono pur sempre terzo e posso ancora vincere», è passato a un più netto «di certo avrebbe potuto trovare un modo più semplice per farmi passare». Come mai Kimi ha rafforzato il concetto? «Semplice, i tecnici gli hanno rivelato quanto aveva perso a causa di Hamilton
» spiegheranno nel box della rossa.
Una decina di metri più avanti, in casa McLaren, cè chi fa festa e chi si lecca le ferite. Il ferito? Ovviamente Alonso: «Sono molto triste, ormai ho solo il 10% delle possibilità di diventare campione, parto quarto, e il team mi ha messo in pista per il tentativo finale troppo in ritardo, per cui ho rovinato le gomme per non prendere la bandiera scacchi nel giro di lancio
». E, preveggente, sul manovra di Hamilton: «Non lo puniranno. Perché questanno i giudici non sembrano allaltezza, non sono capaci; e dire che a Monza, lo scorso anno, io per una manovra simile fui penalizzato».
Con Hamilton colpevole ma graziato per lennesima volta, Raikkonen beffato e tristemente gelido e Alonso quasi depresso, obbligatorio rigenerarsi con la gioia di Massa in pole: «Mi piacerebbe finisse come nel 2006 quando vinsi. Però, naturalmente, farò tutto ciò che è necessario per Kimi e il team». Vuoi vedere che è triste anche Felipe
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