Hamilton graziato ancora «Ma qui non mi vogliono»

Hamilton graziato ancora «Ma qui non mi vogliono»

nostro inviato a Shangai

Alla fine l’occhio furbo e lungo di Fernando Alonso ci aveva visto giusto: «Finirà in un niente, finirà che nessuno verrà punito… ». E infatti, in serata, ecco Lewis Hamilton assolto dall’accusa di aver creato problemi ai colleghi dietro la safety car in Giappone. Graziato nonostante il video su You Tube che lo mostrava nell’atto di frenare vistosamente creando lo scompiglio e innescando l’incidente fra Vettel e Webber. Di più. Sentenza alla mano, si saprà che il caso Hamilton, dai giudici, non è quasi stato preso in considerazione. Più che altro si è argomentato sulle responsabilità di Vettel.
Fernando Alonso regala la sua profezia mentre esce all’imbrunire dal meeting dei piloti, l’incontro che per tradizione, di venerdì, imposta le linee guida dei ragazzi in pista. Del tipo: se ci sarà pioggia si farà così e cosà, e se il sole spaccherà le pietre metteremo gli occhiali da sole… Anche al Fuji avevano organizzato il consesso, ma era tutto finito a tarallucci e vino. Colpa di Hamilton che aveva promesso, in quanto uomo in pole, di condurre tutti in porto anche in mezzo all’attesa tempesta, facendo invece poi l’esatto contrario. Per cui ecco l’infuocato meeting di ieri (tanto più che si attende anche qui un nubifragio), ecco il ragazzo leader del mondiale nei panni di accusato numero uno da tutti i colleghi. Non dirà bah. Mutismo totale.
Sono le 18 quando Alonso e tutti gli altri rompono le righe. Mancano all’appello solo Lewis, Sebastian Vettel e Mark Webber. Per i due del botto giapponese, giusto 40 minuti davanti a un monitor e a un videoregistratore, con attorno i tre commissari Fia, a spiegare il perché e il percome della loro disavventura. Dopo tocca a Lewis: gomiti sul tavolo, sguardo da esaminando, molto concentrato nel giustificare ogni virgola del suo guidare in Giappone. Quindi libero anche lui. Un’ora ed ecco la sentenza che manda in vacca tutte le attese della vigilia: Vettel perdonato per il tamponamento in quanto le condizioni meteo erano assolutamente proibitive, per cui annullati i «meno dieci posti in griglia» che si era visto appioppare al Fuji per la gara di domani (il via alle 8 in Italia. Nelle libere: Raikkonen, Alonso, Massa ed Hamilton). Assolutamente incolume da qualsivoglia giudizio Lewis, che dirà: «Sono felice della decisione, ora tornerò a concentrarmi sulla gara e il mondiale».
Hamilton graziato non è una novità. Era successo in Germania, in Ungheria, era accaduto a Parigi durante il processo per la spy story, si è ripetuto anche qui. Da notare che, in mattina, il ragazzo aveva detto: «Non ho messo nessuno in pericolo e non penso di aver fatto alcunché di male. Tutto questo è un peccato per lo sport. La F1 è uno sport duro, e io lo affronto con lealtà. Se avessi sbagliato qualcosa sarei il primo a dirlo… ma stanno accadendo troppe cose strane: come se mi volessero far sembrare un cattivo ragazzo.

Era la prima volta che mi trovavo in simili condizioni meteo, penso di aver fatto quel che potevo, semmai è stato Webber a starmi troppo vicino. Se questo è il modo in cui le cose andranno avanti, allora, forse, questo non è l’ambiente dove io voglio stare». Col senno di poi sa quasi di avvertimento. Non rompetemi le scatole se no mollo tutto.

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