Per il momento manca l’ufficialità e potrebbe anche non arrivare mai. Fatto sta che, secondo diversi media, Elon Musk potrebbe nascondere dietro paywall Twitter, facendolo diventare uno strumento a pagamento.
Il sito Platformer è stato il primo a lanciare la notizia. Fondato da Casey Newton, Platformer si concentra soprattutto sul rapporto tra tecnologie e democrazie e, benché la news sia stata rilanciata da Cnbc e da Fortune, occorre procedere con il freno a mano tirato.
In attesa di conferme, la possibilità che Musk chieda denaro per potere accedere a Twitter rimane qualcosa di molto vicino alla classica bufala, va però contestualizzato il momento che la piattaforma sta attraversando per capire meglio che, seppure potenzialmente poco attendibile, una simile notizia non è del tutto balzana.
Twitter a pagamento?
Da quando Elon Musk è diventato il padrone assoluto di Twitter sono successe diverse cose accomunate da un elemento unico: il caos con cui Musk sta cercando di rendere profittevole una piattaforma che le cifre nere le ha viste molto di rado.
Le spunte blu a pagamento sono un modo per fare cassa che toglie autorevolezza a tutta la piattaforma. In precedenza erano simbolo di autenticità, perché indicavano tra le altre cose che l’utente con cui si stava interagendo fosse veramente chi diceva di essere. Ora chiunque (per il momento soltanto in cinque paesi) può auto-conferirsi una presunta credibilità pagando un abbonamento di 8 dollari che, dice Musk, renderà anche i contenuti più visibili di altri. Cade così uno dei motivi, forse il principale a suo dire, per il quale Musk ha speso 44 miliardi, ossia la libertà di parola a tutti i costi.
Elon Musk, a cominciare dai licenziamenti in massa – tra i quali anche l’intero gruppo che si occupa di rendere gli algoritmi più trasparenti – ha attuato politiche utili a pagare i conti (parole sue) e ora si trova confrontato con un fuggi fuggi generale degli inserzionisti che attendono di vedere come evolverà la situazione, prima di fare investimenti pubblicitari.
Mettere Twitter dietro Paywall rendendolo così visibile e utilizzabile a chi è disposto a pagare, sarebbe un passo che ha dell’incredibile, perché declasserebbe la libertà di parola tanto decantata da Musk a un mero diritto di libera espressione a pagamento. Ci sarebbe da chiedersi anche come cambierebbero le politiche di verifica di Twitter: oggi un utente può essere bloccato se i contenuti che propone ledono le regole, domani come potrebbero cambiare queste norme se gli utenti pagassero? Quale interesse avrebbe Twitter a togliere loro la parola, dal momento che mettono mani al portafoglio per parlare?
Un altro dettaglio: Musk ha sempre tracciato rotte imprenditoriali correggendole strada facendo, in questo caso però non si tratta di strategie di vendita di automobili o di calcoli e tentativi di mandare
missili in orbita. Si sta parlando di comunicazione, di interazione tra persone e di discipline sociali.Può darsi che l'idea di fare pagare Twitter gli sia venuta, ma questo non vuole dire che Musk la metterà in pratica.
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