Cultura e Spettacoli

Hendrix, il genio della chitarra che Little Richard non capì

Antonio Lodetti

Quarant’anni fa sono in pochi a conoscere Jimmy (scritto con due emme) Hendrix, imberbe musicista dalle belle speranze che fa la fame sognando di imitare con la chitarra i suoni selvaggi del sax. Deve esser bravino però perchè molte star gli puntano gli occhi addosso sfruttandone quasi gratuitamente le doti; non è nessuno ma suona con Ike & Tina Turner, Gladys Knight, con il re del sax King Curtis e soprattutto con gli Isley Brothers e Little Richard. Più avanti diventerà l’insuperato re dei «voodoo rocker», ma nei primi anni Sessanta com’è lo stile di Jimi? Lo raccontano - sbucando da impolverati archivi - due cd pubblicati dalla Akarma: Friends From the Beginning, testimonianza del travagliato rapporto tra il chitarrista e Little Richard, e Testify (In the Beginning) documento della sua stagione con gli Isley Brothers.
Difficile immaginare un mito del rock e un sex symbol come Hendrix a quei tempi: emaciato, timido, solitario, cambia solo quando imbracciava la chitarra, simbolo del suo isolamento e del suo riscatto. Quando entra nei paracadutisti dorme persino con la sua chitarra, come faceva il vecchio bluesman Mississippi John Hurt. Il blues è la sua vita, una musica primitiva che viene da una segreta tradizione e che lui mischia con il rock come nessuno ha mai fatto. Suona in decine di gruppi, dai Rocking Kings (prima band scolastica) agli Imperials (dove raccoglie attorno a sé un gruppo di fan scatenate chiamate «buttons», perché ricuciono i bottoni staccati dal suo completo scuro di scena) ai Vancouvers, in cui viene scoperto da Richard.
Richard si fa chiamare «il padre del rock and roll», anche se è stato fuori dal giro per alcuni anni; fino al 1957 scatenato pioniere del rock and roll, ripudia all’improvviso la musica del diavolo e diventa sacerdote con gli Avventisti del Settimo Giorno. Quando Jimi entra nella sua band, nel ’63, Richard è una primadonna bizzosa e inavvicinabile. La musica per lui è un sottofondo alle sue canzoni, alle sue urla e ai suoi atteggiamenti trasgressivi; la chitarra deve svolgere il suo compitino e senza la minima divagazione. Ma per Jimi c’è molto da imparare, la lezione del sax tenore, che sul palco «si scaglia nell’allucinante suono del sacrificio di un agnello sgozzato. Il suonatore ora in ginocchio, ora sdraiato sulla schiena mentre lo strumento altera il ritmo, rompe le note». È l’immagine riflessa dell’epico Jimi che dà fuoco alla sua Fender, che la suona con i denti traendone suoni infernali e lancinanti. L’Hendrix che tutti amano e di cui Friend From the Beginning è l’altra faccia della medaglia. L’unica cosa sbagliata del cd è il titolo: altro che amici, un rapporto quasi da schiavo secondo le biografie di Jimi. «Non mi pagava per mesi, voleva sempre gli stessi assolo ripetitivi; una volta, quando indossai una bella camicia pieghettata, si mise a gridare: “Sono Little Richard, il re del ritmo, solo io posso vestirmi bene, via quella camicia”». Per il resto è un disco di rock’n’roll venato di rhythm and blues, inciso probabilmente al Fillmore di San Francisco nel 1965. Hendrix è un gregario ma cerca di imporsi nell’incedere bluesy della ballata Going Home Tomorrow di Fats Domino e nelle versioni strumentali di Tutti Frutti e Lucille, dove la sua chitarra guida la danza con semplicità e pulizia. Decisamente curiosa la rilettura soul pop del classico folk di Leadbelly Goodnight Irene. È l’Hendrix che non t’aspetti, dai suoni morbidi e patinati e dagli accenti a cavallo tra rock e beat. La sua evoluzione si nota in Testify (In the Beginning). Lui piace molto agli Isley Brothers (quelli di Twist & Shout, poi riportata al successo dai Beatles) che lasciano ampio spazio ai suoi (finalmente) scatenati assolo di taglio funky blues in Testify, Move Over Let Me Dance, Have You Ever Been Disappointed.

Qui si intravede il nuovo volto di Hendrix, quello che già si imbottisce di benzedrina e che, durante i concerti degli Isley, esegue Shout gettandosi per terra, suonando la chitarra dietro la schiena e morsicando le corde coi denti.

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