Sempre accompagnate. È il triste destino delle donne afghane, per le quali si prospettano tempi duri nella provincia occidentale di Herat, in Afghanistan, dove il locale Consiglio religioso ha diramato una «fatwa» (decreto) in cui si ufficializza per loro il divieto assoluto di viaggiare senza la compagnia di un «mahram», parente consanguineo o comunque non sposabile.
Dopo l'approvazione del documento decine di religiosi hanno chiesto al governo di recepire il decreto nella legislazione corrente, «data la gravità della situazione esistente». Di parere assolutamente contrario sono invece ad Herat i movimenti femminili che considerano la «fatwa» in questione «uno strumento che va contro la parità dei sessi».
Ma a sostegno della richiesta di proibizione l'autorevole Maulavi Muhammad Kababeyane, vice presidente del Consiglio religioso di Herat, ha ribadito che un viaggio senza un parente o una persona di sesso maschile con cui sono vietati dal Corano rapporti intimi «solleva interrogativi sulla moralità della donna». Il divieto, ha ancora detto, si applica anche alle donne in viaggio d'affari e perfino agli spostamenti per l'Hajj, il periodo dedicato ai pellegrinaggi a La Mecca. «Non ho nulla contro l'istruzione delle donne - ha aggiunto il religioso - ma è mio dovere ricordare che per loro è peccato secondo la Shariah ogni spostamento fuori da casa senza la presenza del mahram». Il Maulavi Kababeyane ha concesso che, se necessario, le donne possono lavorare fuori casa, ma a condizione che siano vestite in modo decente, senza minigonne e senza l'uso del trucco, elementi che attraggono l'attenzione degli uomini. Ma le donne si ribellano.
Herat, vietato alle donne viaggiare da sole
Una fatwa del Consiglio religioso locale impone la compagnia di un «mahram», parente consanguineo o comunque non sposabile
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