Politica

«Ho criticato quella gestione ma ho ricevuto solo minacce»

Roberto Scafuri

da Roma

Senatore Tommaso Sodano, per un rifondatore comunista come lei la questione morale dovrebbe essere un imperativo categorico.
«Era cara a Enrico Berlinguer, come può non esserlo a me?».
Eletto nel collegio di Pomigliano d’Arco, non le sarà sconosciuta la Asl 4.
«Certo, è immensa. Gira tutt’attorno al Vesuvio, un territorio difficile...».
C’è di mezzo l’area di Ottaviano eccetera.
«Sì, ma mi rifiuto di pensare che siccome sappiamo che c’è la piaga della camorra, le strutture pubbliche possano venire a compromessi».
Lo scrive la relazione che sta al Ministero.
«Il documento non è pubblico. Ora sta al Ministero prendere in fretta i provvedimenti...».
Lei sospettava?
«Io ho criticato spesso il direttore di quella Asl, Cardone, ma sulla gestione amministrativa. Lei ora mi parla di responsabilità ben più gravi, penali, che potrebbero portare al primo caso in Italia di Asl sciolta per condizionamenti della camorra. Se è vero, non c’è più tempo da perdere. Il Ministero ci dica se il problema c’è oppure no. Aspettiamo ancora di sapere se 13 comuni di quell’area debbano essere sciolti o no per lo stesso motivo...».
Siamo ai confini della legalità. E la politica?
«La politica non deve nascondersi, nessuno può tirarsi fuori».
Ha mai denunciato la situazione?
«Beh, sono stato il primo a porre una questione morale, sulla sanità e sui rifiuti».
Risultati?
«A luglio un coniglio sgozzato sul cancello di casa».
Anche i Ds cominciano a riflettere.
«Salvi e Napolitano hanno posto il problema nel modo giusto. Altri, come De Luca, no».
Fassino e Bassolino non pare che abbiano risposto nel modo giusto.
«Però qualcuno ha sbagliato nel metodo: far pubblicare le intercettazioni sui giornali non aiuta. Oggi non c’è più la calma e la serenità per affrontare il problema. Se si spara nel mucchio scatta solo la difesa d’ufficio. Neppure io mi presto a scaricare la responsabilità su Bassolino. Piuttosto, diamoci da fare».
Vale a dire?
«Rivediamo il meccanismo delle nomine e quello di costruzione delle gare d’appalto, perché è lì che si truccano i giochi. Miglioriamo l’accertamento delle Prefetture, perché oggi le società in odore di camorra fanno in fretta a cambiare abito e presentarsi immacolate alle gare. E poi monitoraggio continuo...».
Salvi parla anche dei costi della politica.
«Perché affidarsi alle consulenze e non potenziare le risorse interne? È chiaro che gli incarichi a termine costringono a restare subordinati alla politica. Ma questo capita se la politica è solo amministrazione e manca dibattito nei partiti».
Come capita oggi ai Ds campani.
«Non bisogna chiudersi a riccio.

Riacquistiamo la serenità per agire subito con serietà».

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