Castelrotto, provincia di Bolzano, mancano pochi minuti alle 10: Christian Vieri atterra sul pianeta Fiorentina. È pronto a cominciare lennesima stagione con lennesima squadra diversa. Capelli rasati, maglia viola già addosso e sorriso di circostanza, Bobone si presenta a stampa e tifosi. «Ho detto subito sì perché la Fiorentina è una grande società che ha le mie stesse ambizioni». Quali? «Lottare per la Champions e giocarsela con tutti». Alcuni ultrà della curva Fiesole si scaldano subito. Parte il coro: «Vieri sì, portaci in Champions League». In realtà laccoglienza per il centravanti è piuttosto tiepida. Nessuna contestazione, come si paventava nei giorni scorsi, ma nemmeno tappeti rossi stesi al suo passaggio. Cè capitato Vieri e allora viva Vieri, sembra essere landazzo. Nulla più.
A salutare il suo arrivo in viola ci sono circa una cinquantina di tifosi. Fanno foto, incitano, ironizzano sulla pancetta del 32 (è il numero di maglia preferito da Vieri) e sulla sua abitudine di girare i locali alla moda. «Da buon toscano accetto lironia, anche perché non ho avvertito cattiveria. Ormai ho fatto il callo alle polemiche». Determinato, sicuro di sé, a volte un po spaccone. È il solito Bobo a dispetto dei 34 anni e di chi nei giorni scorsi lo ha bollato come finito. «Ora tocca solo a me ripagare chi mi applaude e far ricredere chi dubita sul sottoscritto». Cè però chi critica anche la società, rea di strapagare un giocatore in declino. «Lofferta della Fiorentina era tra le più basse fra quelle ricevute. Ma i soldi non sono un problema. Ora ho solo voglia di fare bene, rimettermi in gioco. Letà? Non conta, ho la fame di un ventenne».
Al fianco di Vieri il direttore sportivo Pantaleo Corvino non nasconde lentusiasmo. Ride, scherza, si coccola la sua ultima scommessa. «Lidea di puntare su Bobo mi è venuta una settimana fa. Ne ho parlato con Prandelli e ci siamo mossi subito». Ma Corvino non era lo scopritore di talenti? Quello di Vieri lho conoscono già tutti, anche se forse alcuni ne hanno smarrito il ricordo. Il ds si rivolge direttamente al centravanti. «Tu sei un cavallo di razza. La Fiorentina ti dà loccasione per vincere unaltra battaglia, forse lultima della tua carriera». La risposta è immediata: «Non è detto che sia il mio ultimo anno, ne potrei giocare altri sei o sette». Il giramondo del pallone si concede anche un po di autoironia. «Quando sarò pronto? Non so, forse fra 8 o 9 mesi». Poi torna serio e tranquillizza Pazzini.
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