Politica

«Ho fatto sesso» Confessione choc dell’abate Pierre

In un libro le rivelazioni del religioso simbolo del cattolicesimo francese: «Ho ceduto al desiderio, ma non ho mai avuto legami duraturi»

Alberto Toscano

da Parigi

«Ho 93 anni e la mia fede si pone sempre più domande!», confessa l'Abbé Pierre - simbolo vivente del cattolicesimo francese - nel libro autobiografico intitolato Mon Dieu... pourquoi? (Mio Dio... perché, edizioni Plon) che esce oggi a Parigi e che è destinato a provocare non poche discussioni. L'Abbé Pierre è conosciutissimo in Francia da oltre mezzo secolo: da quel rigidissimo inverno del 1954 in cui si batté dalla parte dei senzatetto, sfidando il potere nel nome della generosità. Stavolta ha scelto di mettere in campo il suo prestigio per porre una serie di problemi relativi all'avvenire della Chiesa cattolica. Compreso quello delicatissimo della castità dei sacerdoti.
Ecco uno dei religiosi cattolici più rispettati del mondo ammettere d'aver avuto rapporti sessuali. Il sacerdote di 93 anni sceglie di fare pubblicamente i conti della propria esistenza con l'evidente intenzione di spingere la Chiesa ufficiale a discutere i temi che gli stanno a cuore. Il libro è in realtà una raccolta di riflessioni - meglio dire di meditazioni - dell'Abbé Pierre, che sono state redatte in stile giornalistico da Frédéric Lenoir, esperto di problemi religiosi e direttore della rivista Le Monde des religions. Al tempo stesso la rete televisiva France 2, principale canale pubblico transalpino, si appresta a mettere in onda per Natale una fiction di Claude Pinoteau, consacrata sempre all'Abbé Pierre.
L'anziano sacerdote percepisce il diritto-dovere di lanciare un sasso nello stagno. E, siccome nella sua vita non è mai andato troppo per il sottile, lancia un autentico macigno. Ecco le sue parole: «A titolo personale - dice l'Abbé Pierre - ho compiuto giovanissimo la scelta di una vita consacrata a Dio e al prossimo per cui ho fatto voto di castità. In un certo senso la mia vita è stata quella d'un prigioniero. Quando sai di non poterti permettere qualcosa che desideri, devi rassegnarti a farne a meno: io sapevo che la mia vita di religioso, totalmente assorbita dall'aiuto ai poveri, era inconciliabile con una relazione amorosa. Dovevo impedire che il desiderio s'installasse in me. Definirei il mio stato come quello di una servitù consensuale. Questo, però, non toglie nulla alla forza del desiderio, a cui m'è capitato di cedere in maniera passeggera. Non ho mai avuto legami regolari perché volevo impedire al desiderio sessuale di mettere radici: ciò mi avrebbe spinto a una relazione duratura con una donna, cosa contraria alla mia scelta di vita».
L'Abbé Pierre aggiunge: «Ho dunque conosciuto l'esperienza del desiderio sessuale e della sua tanto rara soddisfazione, trasformatasi a sua volta in fonte d'insoddisfazione perché non mi sentivo autentico nel mio comportamento». Ed ecco la conclusione con cui l'Abbé Pierre pone il problema del celibato ecclesiastico: «Ho percepito che il desiderio sessuale, per essere pienamente soddisfatto, ha bisogno d'esprimersi in una relazione d'amore tenera e basata sulla fiducia. Una tale relazione m'era preclusa. Dunque non potevo che rendere infelici le donne, essendo io stesso prigioniero della contraddizione tra due scelte di vita inconciliabili». E allora che fare? «Io - dice l'Abbé Pierre - conosco preti che vivono in concubinato con una donna, che amano da anni e che accettano questa situazione continuando a essere dei buoni preti. La questione del matrimonio dei sacerdoti e dell'ordinazione di uomini sposati è cruciale per la Chiesa».
E ancora: «Sono convinto della necessità che esistano nella Chiesa sia preti sposati sia preti che hanno scelto di consacrarsi totalmente alla preghiera e al loro prossimo. Gesù ha scelto apostoli sposati, come Pietro, e apostoli scapoli, che tali sono senza dubbio rimasti, come Giovanni».

Insomma, all'età di 93 anni l'Abbé Pierre è più combattivo che mai.

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