Laura Rio
da Roma
Manco a dirlo, si è mangiato un bel bignè alla crema. Mercoledì scorso Maurizio Costanzo ha festeggiato trentanni di televisione. Il 18 ottobre del 1976 debuttò in Rai con Bontà Loro. Per la ricorrenza i suoi collaboratori gli hanno fatto trovare un tavolone imbandito al teatro Parioli. Lui niente, se «me fermo muoio», un solo bignè di cui è ghiotto e via al lavoro. Tanto, la sua soddisfazione è stata ritrovarsi su giornali e televisioni mettendo insieme tutto: il libro E che sarà mai? (Mondadori - 198 pagine - Euro 16) appena uscito e già alla seconda ristampa, il compleanno professionale e le nuove trasmissioni partite a settembre. «Pure Sky mi ha dedicato unora e mezza, poi i servizi dei telegiornali e allinizio di novembre la Rai rimanderà vecchi spezzoni delle mie trasmissioni». Invece uno speciale su una rete Mediaset, dove milita da ventanni? «Ah... lì aspetteranno che compia i sessantanni di Tv!»... Scherza, Costanzo, ma dietro la sua ironia si legge il ricordo degli screzi della scorsa primavera quando a fatica si trovò laccordo per il ribaltamento del palinsesto che portò a quello che si vede ora su Canale 5: Paola Perego a Buona domenica e Costanzo al pomeriggio. In quelle settimane si diceva che tra il vice presidente Mediaset e lanchorman fosse calato il gelo. Acqua passata? «Mah sì, Pier Silvio è un timido... il problema è che a volte i suoi silenzi vengono scambiati dai suoi collaboratori per prese di posizione... invece alla fine basta parlarsi e tutto si risolve».
«E che sarà mai?» chiude la vicenda Costanzo, con quel suo modo di dire con cui ha voluto intitolare lultima fatica letteraria e che è la frase-sintesi del suo modo di intendere la vita. Stemperare le fatiche e i drammi con lironia, il gioco... altrimenti uno come fa a lavorare dodici ore al giorno, realizzare tre programmi televisivi, scrivere libri, articoli, commedie, canzoni, con un by-pass al cuore e non averne mai abbastanza? Chi sta intorno a lui dice che la sua bulimia da lavoro sia una malattia, lui replica solo che «sennò mannoio, mi viene la malinconia, vado in depressione». È quello che svela nel libro in cui tenta di aprirsi, di entrare nel suo intimo e in quello della sua famiglia, anche se, a ben vedere, i sentimenti più personali se li tiene nel cassetto. Magari sarà per unaltra puntata: già ha in mente il titolo, eloquente, del prossimo libro: Perdiamoci di vista.
Sarà difficile, però, che Costanzo si metta da parte.
«Ho un contratto con Mediaset fino al 2008, sempre che non mi diano un anno di indulto...».
Tra pochi giorni presenterà Altrove, il nuovo programma-documentario dedicato alla vita nelle carceri. Intanto continua la sua battaglia quotidiana con Buon pomeriggio che, tra le 16 e le 17, si scontra con la Vita in diretta...
«Allinizio Cucuzza si confrontava con me trattando temi tosti, ora fa unora di gossip».
Alla fine, è stato positivo passare al pomeriggio? La prima settimana (in onda alle 17) gli ascolti non erano buoni...
«Certo che sì: al mattino avevo 400mila spettatori. Ora ne ho un milione e 800mila. Abbiamo cambiato orario e si è messo tutto a posto. Ho smesso di fare il Costanzo Show perché mi mandavano a notte fonda, non per perdere il mio pubblico. I fatti mi hanno dato ragione».
Saggia decisione è stato lasciare Buona domenica, lì sembrava unanima in pena...
«Erano due anni che cercavo di smettere, che gli potevo chiedere io ai concorrenti dei reality? Ma non è stato facile, cerano tante persone che ci lavoravano con me... poi si è trovata la soluzione dello scambio con la Perego».
Di cui dice tutto il bene possibile...
«La persona giusta al posto giusto».
Però alla domenica il suo Conversando viene sempre battuto da Pippo Baudo, il suo nemico di sempre...
«Sono lieto di confrontarmi con lui, meglio battersi con un professionista che con i dilettanti».
Non sera mai vista una stagione come questa: reality che vanno male, show che chiudono o vengono spostati...
«La gente si è stancata perché non cè più la Tv degli appuntamenti: i reality sono troppi e troppo lunghi, la forza dei format non sta solo nei conduttori e le fiction non andrebbero messe una contro laltra. Per questo la gente migra su Sky o si fa un palinsesto personale».
Ed è il trionfo delle liti, come a Buona domenica...
«Le ho inventate io le liti...
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