«Lho mandato a morire. Me lo hanno ucciso». Non si dà pace la madre di Rocco Trivigno, lo studente di 20 anni morto laltra notte per il drammatico impatto con il moldavo in fuga. La donna, giunta in mattinata al policlinico Umberto I dovè ricoverata la figlia Valentina, 22 anni, sorella della vittima, urla tra le lacrime.
Accompagnata dal marito e dalla figlia maggiore, Licia, è stretta nellabbraccio di parenti e amici di famiglia. Grida: «Me lhanno ucciso, hanno ucciso Rocco». Poi entra nella sala rossa del pronto soccorso per incontrare Valentina, ancora alloscuro della morte del fratello. Gli amici dei tre ragazzi, studenti e compagni duniversità, restano fuori.
Rocco era originario di Accettura in provincia di Matera. Un piccolo centro del Parco regionale delle Dolomiti lucane da cui era partito, un anno fa, per raggiungere Valentina e iscriversi allAteneo romano. Primo anno di Chimica, una grande passione per la fotografia e la danza. E un sogno: diventare ricercatore universitario. Parlano gli amici: «Per me Rocco era come un fratello minore, anche Valentina la considero tale. Adesso lui non cè più e Valentina non me la fanno nemmeno vedere». Stefania aspetta davanti al Policlinico dove sono ricoverati Valentina e il suo fidanzato Nicola Telesca, 25 anni. La ragazza ha riportato varie fratture tra cui quella del bacino. Le condizioni del 25enne, invece, sono meno preoccupanti. Lamica continua: «Valentina studia antropologia, Nicola è un regista, Rocco era iscritto allUniversità La Sapienza. Ora è tutto distrutto, non potrà più inseguire i suoi sogni».
Anche Stefania è originaria di Accettura. A Roma vive anche la sorella maggiore di Valentina e Rocco, Licia, appena laureata in Storia dell'Arte, amica di Stefania e sua coetanea. «Stamattina mi ha chiamato il mio fidanzato - continua Stefania -, mi ha detto dellincidente. Subito non ho collegato i nomi. Valentina è sveglia ma non ricorda nulla di ieri sera. E soprattutto non sa ancora che Rocco è morto». Fino al mese scorso i due fratelli vivevano assieme in via Po, una strada a poca distanza dallincrocio con via Nomentana. Poi hanno dovuto lasciare la casa: Valentina ora è ospite da unamica, Rocco viveva alla casa dello studente di via De Lollis. «Dolore tanto ma nessun odio e nessun rancore». La famiglia Trivigno lascia dire queste poche parole a unamica di famiglia, Julia, per esprimere la loro compostezza. Julia, poi, parla di Rocco: «Era una persona vitale con tanta voglia di vivere e il sogno di diventare ricercatore. Un ragazzo impegnato politicamente, socialmente e culturalmente che non si meritava di morire in un incidente stradale. Era arrivato a Roma per studiare e aveva tanti sogni nelle provette». La donna spiega, infine, che Valentina sta bene nonostante le fratture e una lesione alla trachea. Insomma è fuori pericolo, lucida e cosciente. Anche Nicola sta bene: per i medici la prognosi è di 45 giorni.
Tre fratelli molto uniti, come racconta Pietro, altro amico. Un ragazzo speciale Rocco, come traspare dal suo blog su «My Space». Lultima connessione era stata effettuata proprio ieri. Il suo nickname era Eliot e come umore si definiva «preoccupato».
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