«Ho sparato due colpi, è vero. Ma non con lintenzione di uccidere». La sua prima ricostruzione su quanto avvenuto la sera del 5 novembre nel parcheggio di fronte al ristorante «Re per una notte» di via della Magliana, Gianluca Calisti, trentanni, accusato di avere ucciso Giuseppe Silvestri, 42 anni, lha affidata a un memoriale consegnato ieri mattina dal suo avvocato, Sandro DAloisi, al gip Claudio Carini. Luomo avrebbe dovuto affrontare il suo primo interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli, dovè rinchiuso da mercoledì scorso, al termine di una latitanza durata dieci giorni. Ma ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Calisti è il terzo dei cinque componenti del «commando» che quel sabato freddò, a conclusione di una lite furibonda per un posto auto conteso, il piccolo imprenditore edile, a finire dietro le sbarre dopo larresto, sempre per omicidio premeditato, dei due zii, Luciano, di 33 anni e Andrea, di 26. Mentre mancano ancora allappello gli altri due giovani coinvolti nel massacro, uno dei quali, in realtà, sarebbe già stato identificato dagli inquirenti. Gianluca avrebbe, dunque, premuto sì il grilletto della pistola (probabilmente una calibro 9) che ha ucciso Silvestri, «ma - scrive per mano del suo legale - non so perché. Cè stata una rissa con violenza da entrambe le parti. Io ho preso larma, ma non so perché». Gianluca (che ha alle spalle un piccolo precedente perché trovato in possesso di droga) afferma di essersi «ritrovato» tra le mani una pistola e di avere fatto fuoco, ma solo dopo «avere udito sparare altri tre colpi». E precisa anche di non sapere di chi fosse, né da chi la ebbe tra le mani. Né alcun elemento utile per il ritrovamento dellarma del delitto sarebbe stato dato dal ragazzo agli investigatori della sezione Omicidi della squadra mobile di San Vitale. Così come nessuna indicazione avrebbe fornito per risalire allidentità e al nascondiglio dei due fuggiaschi.
Calisti, comunque, dovrà rispondere oltre allaccusa di omicidio volontario premeditato, a quella di detenzione darma abusiva. Non è escluso che nei prossimi giorni deciderà di rispondere direttamente alle domande del giudice.«Ho sparato a Silvestri ma non volevo ucciderlo»
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