"Ho vinto Italia’s got talent grazie a chi mi disprezza"

La cantante lirica Carmen Masola che è stata subito paragonata a Susan Boyle: "Non ce l’avrei fatta senza tutte quelle porte che mi hanno chiuso in faccia"

"Ho vinto Italia’s got talent grazie a chi mi disprezza"

Mica così tanto diverse. Carmen Masola ha vinto l’altra sera la prima edizione di Italia’s got talent su Canale 5 in un tripudio di pubblico (quasi sei milioni di spettatori, 27.22 per cento di share, serata vinta a man bassa) e a tanti è venuto in mente il paragone con Susan Boyle, prodigio vocale sfornato da Britain’s got talent che, come si capisce, è il fratello inglese dello show italiano. E in effetti. Entrambe ottime cantanti (tutte e due soprano, la Boyle votata al pop musical, la Masola chiaramente lirica). Entrambe rotondette, non proprio top model e reduci da vite frantumate. Ma distillate solo da un sogno: cantare, fortissimamente. Ed entrambe televotate a raffica, anche se, per la verità, l’inglese è arrivata solo seconda, diventando però l’artista che nel 2009 ha venduto più dischi nel mondo. Invece Carmen Masola ha stravinto e adesso vedremo. Insieme, sono la dimostrazione che, come d’altronde accade dalla notte dei tempi, la potenza delle trame personali esalta il talento e lo rende più commestibile al grande pubblico. Una lezione che la tv sta imparando, magari con un pizzico di malizia. E che Italia’s got talent ha consacrato davanti ai tre giudici Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti (ancora commosso). L’altra sera il loro voto è stato lo stesso del telepubblico e alla fine la pannosa Carmen era lì, in lacrime, pronta a iniziare la sua nuova vita.

Benarrivata Carmen Masola, ha saltato un po’ di ostacoli per arrivare in tv.
«Ho 39 anni e nella mia Novara ho lavorato allo smistamento pacchi, ho montato bancali nei supermercati, ho fatto assistenza agli anziani e ho anche aperto un’edicola. Ma l’ho chiusa dopo un anno: non riuscivo più a studiare e a lavorare, dormivo due ore per notte».

Lei è discendente (da parte di nonno paterno) di Gaetano Donizetti.
«E la musica ce l’ho nel sangue. Ho fatto due anni di Conservatorio, poi ho sempre studiato privatamente».

Concerti mai?
«Da solista pochissimi, direi un paio nei paesini della provincia di Novara. Gli impresari mi dicevano: non vai bene, sei troppo grassa».

Però ha vinto Italia’s got talent.
«E dedico la vittoria anche a tutti quelli che mi hanno chiuso la porta in faccia. Senza di loro e il loro disprezzo non ce l’avrei fatta».

Adesso la paragonano a Susan Boyle.
«Ma non mi ci ritrovo molto: abbiamo davvero vocalità diverse. Però il suo è un bel timbro».

No, il paragone è sulla vostra storia.
«Beh, ciascuno ha la propria».

Adesso ha vinto un premio da centomila euro.
«Pagherò i debiti di mio padre e mia mamma. Non tutti, perché centomila non bastano. Li sistemerò con i miei prossimi lavori: si meritano che li ringrazi di tutto quello che hanno fatto per me».

Si dà subito da fare.
«Oggi inizio a registrare per la Sony il primo disco: faremo tutto di corsa, un’emozione incredibile».

Repertorio lirico?
«Certo. Il mio modello è Montserrat Caballé. E amo anche Mirella Freni. Io sono un soprano lirico con un debole per Puccini e Bellini. Tra le opere, la Norma è la mia preferita e “Casta diva” l’aria è più vicina alla mia voce. Non credo che potrò mai cantare il Macbeth. Già Verdi è forse troppo duro per me, ma per il Macbeth ci vuole un soprano lirico di coloritura con più agilità vocale della mia. Magari un giorno...».

Tanto lei continua a studiare.
«Certo. Il mio maestro era scettico sulla partecipazione a Italia’s got talent. Gli ho detto: ci vado solo per farmi sentire».

Sicura che non fosse attirata dall’idea di apparire in tv?
«Ma se non sapevo neanche che ci fosse un programma del genere.

L’ho scoperto navigando sul web alla ricerca di concorsi lirici. Poi però ho mandato un sacco di email e vuol sapere?».

Dica.
«Ho confuso la produzione e mi hanno chiamato più volte. Era proprio destino che finissi in questo show».

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