Alcuni mesi fa una filippina ha denunciato alla polizia di aver pagato 4.000 euro a una connazionale e a due italiane per ottenere in tempi brevi il nulla osta al lavoro domestico per una sua parente. Stanca delle risposte elusive e dilatorie che le tre donne le davano ogni qualvolta chiedesse notizie, la straniera è andata a verificare di persona lo stato della pratica segnalata allo sportello competente dove, con grande sorpresa, ha scoperto che non era in lavorazione in quanto presentata in ritardo.
Gli investigatori del commissariato Viminale, in collaborazione con lUfficio Immigrazione della questura, hanno scoperto che le tre avevano messo su una vera e propria «holding» della truffa del nulla osta al lavoro domestico con finti datori di lavoro disposti, a seguito di compensi economici elevati, a simulare un rapporto di lavoro per presentare la pratica agli uffici competenti. Tuttavia le domande venivano presentate appositamente, da parte delle tre donne a capo dellorganizzazione criminale, al di fuori dei termini di legge per evitare qualsiasi accertamento relativo alla veridicità delle dichiarazioni contenute nei fascicoli.
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