Stefano Vladovich
Hot-line e bollette stratosferiche senza il consenso dei destinatari, tre persone denunciate. Allinizio dellestate lo avevano trovato rannicchiato accanto a una centralina Telecom di viale Vega, a Ostia. Lui, esperto informatico, si era difeso dicendo di aver approfittato dello sportello aperto solamente per «scroccare» qualche telefonata alla ragazza. Ma la cosa non è andata giù ai poliziotti.
Cosa ci faceva D.N.A., 54 anni, pluripregiudicato per furto e rapina, con unattrezzatura degna di un agguerrito 007? Nellappartamento delluomo gli agenti hanno trovato di tutto: cuffie e ventose elettrodinamiche per introdursi nelle linee normalmente «protette», tastiere numeriche, connettori in rame per by-passare le linee, decoder e programmi per criptare e catturare informazioni telematiche. Insomma, da giugno fino a oggi gli agenti hanno smontato, pezzo pezzo, le dichiarazioni dello spione, scoprendo che, assieme ad altri due complici, P.C.A., 46 anni esperto in comunicazioni, e A.G., 68 anni incensurato di Acilia, aveva messo in piedi una truffa colossale ai danni di ignari utenti Telecom. Come? «Il terzo personaggio - spiega Rosario Vitarelli, vicequestore e dirigente del XIII commissariato -, tramite una società commissionaria di Milano, la V.P., acquista un numero a tariffazione specifica, numerazione non geografica, con prefisso 899 in genere riservato a linee erotiche. Poi, con la complicità e lesperienza degli altri due, mette in contatto gli utenti, le cui linee vengono smistate dalla cabina di ripartizione nella zona Stella Polare, a Ostia levante, con il servizio a pagamento. D.N.A. è lesecutore materiale, pagato da P.C.A. un tanto a scatto. Luomo decodifica le varie utenze passanti nello snodo e, secondo una sequenza progressiva, chiama il prescelto, del tutto ignaro di cosa stesse accadendo, tantomeno di chi si trovi allaltro capo del telefono.
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