«Fare squadra, fare sistema», difendere lItalia in Europa, uniti. Sembra unutopia, ma il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi ci crede e ieri è volato a Strasburgo per incontrare i 72 eurodeputati italiani appena eletti.
Ronchi ha portato il suo augurio di buon lavoro, ma soprattutto un appello: lavorare insieme per «gli interessi nazionali», sulla linea dellauspicio di Napolitano: «Chiede un confronto più civile, e lo ringrazio per queste parole: propongo che anche in Europa ci sia questo tipo di clima». Linvito è quello di collaborare per lItalia «al di là degli schieramenti», sulle «questioni prioritarie», come «la crisi economica, limmigrazione, lambiente, loccupazione». Ad ascoltarlo cerano matricole giovani e meno giovani, come Barbara Matera, del Pdl, di 28 anni, Carlo Fidanza, di 33, Magdi Cristiano Allam, eletto con lUdc, e politici di esperienza come Luigi Berlinguer, Sergio Cofferati, il leghista Borghezio, Mario Mauro, e poi si sono visti il fratello di Prodi, il professor Vittorio, Iva Zanicchi. Un incontro di questo tipo a cui ne seguiranno altri, a tema, non è rituale, «è la prima volta in quindici anni», dice Roberta Angelilli del Pdl: «Strasburgo non può più essere per lItalia la terza Camera, dove litigare per i fatti nostri. Dobbiamo essere anche più presenti». Basta assenteismo: «Confidiamo che i nostri eurodeputati sappiano onorare fino in fondo il loro impegno», ha concordato Ronchi.
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