I bei tempi delle bombe

L’onestà di soldato:

un motivo di orgoglio
Servo con ostinazione lo Stato da 35 anni e non mi sono mai vergognato del mio lavoro che mi ha portato a rischiare la pelle in uniforme in quelle parti del mondo trascurate (fortunatamente) dal nostro sudaticcio e maleducatissimo turismo nazionale. Coltivo, con cura e amorevole attenzione, la pianticina del mio orgoglio, basato sulla consapevolezza di non potermi arricchire con un colpo fortunato sull’incapacità genetica di fiutare un affare buono e sull’assoluta mancanza di attenzione da parte dei beneficiari della mia opera, cosa che mi gratifica dell’impareggiabile gusto della gratuità. So dai tempi dell’Accademia che di Dio e del vecchio soldato i popoli si ricordano solo al momento del bisogno. E so anche che quel che è rimasto del nostro povero popolo non fa eccezione.
Mario Ceccacci - Livorno

Tutto ciò le fa onore.
Senza stipendio

per un incidente
Spostandomi con il mio mezzo da un posto di lavoro all’altro ho subito un incidente stradale. Il mio datore di lavoro ha denunciato il mio infortunio all’Inail. La sorpresa è di questi giorni: il mio datore di lavoro non mi ha accreditato lo stipendio del mese di luglio. Chiedendo informazioni presso gli uffici dell’Inail di Bologna vengo a conoscenza del fatto che il 60 per cento del mio stipendio mi viene pagato dall’Inail che invia la somma al mio datore di lavoro e il rimanente 40 per cento mi viene corrisposto dal datore di lavoro. Svolgendo il lavoro di cuoco e poiché parte del mio compenso è «in nero» come è in uso in tutta Italia mi ritrovo senza il guadagno in nero e senza stipendio di busta paga. Li prenderò chissà fra quanti mesi. Nel frattempo come pago l’affitto e come sopravvivo? Il prossimo infortunio non lo denuncerò, andrò a lavorare anche con le braccia rotte.
Nicola e-mail

La piaga è il lavoro nero. Bisogna continuare a farlo emergere con contratti flessibili.
Quando i camion

si guidavano in due
Sono anziano, ma ricordo che una volta era obbligatorio essere in due alla guida di autocarri, o tir che fossero, almeno nei viaggi lunghi: uno in cuccetta e pronto a sostituire il collega quando era stanco. Ma non ricordo perché fu modificata questa norma del codice stradale. Forse lo permetteva il numero di autostrade sicure e quasi nuove, o il traffico relativamente tranquillo rispetto a oggi? Be’, mi pare che i tempi siano maturi, per cui urge reintrodurre e ratificare quella norma, a scanso di ulteriori tragedie dovute allo sfruttamento di personale per troppe ore alla guida e senza soste, vuoi per incentivi alle consegne, vuoi per non pagare penali dovute a ritardi delle stesse.

Sicuramente ci vogliono norme più restrittive. E bisogna rendere più conveniente il trasporto merci su rotaia.
Russia: comunismo

che sopravvive
Rileggere le parole di Kruscev, pronunciate al XX congresso del Pcus a Mosca il 24 febbraio 1956, fa proprio bene alla memoria e fa sentire in pace con se stessi: naturalmente questo vale per chi ha combattuto una vita contro le ideologie totalitarie. Tutto ciò ha un significato ora, ricordando anche la Primavera di Praga, l’invasione dei carri armati sovietici a Praga e i fatti della Georgia di oggi: si tratta sempre di violenza, di potere e di morte. Quando mi dicono che il comunismo è finito, mi spieghino quale scuola ha educato coloro che hanno dato gli ordini. Non parlo di nazismo e di fascismo, sepolti ma fatti rivivere da chi ha la coscienza sporca: parlo di oggi, di luglio-agosto 2008, dei carri armati russi e dei morti georgiani. Il resto è solo «bla bla» di poveri frustrati sostenuti da intellettuali in mala fede, per convenienza.
Leopoldo Chiappini Guerrieri - Roseto degli Abruzzi (Te)

Esatto: alcuni a rileggere quelle parole si sentono in pace con se stessi. Altri, invece...
Multe: i Comuni

se ne approfittano
Mi sembra illogico e immorale e suscettibile di ogni genere di abuso e sopruso che l’importo delle multe vada ai Comuni che le rilevano. Questo sistema, infatti, ricorda da vicino, salvo la sostituzione delle spade con le raccomandate, i balzelli che venivano imposti in era medievale dai signorotti e soprattutto dai briganti ai viandanti che avevano la ventura di attraversare i loro territori. Mentre è giusto che i Comuni, per ragioni di sicurezza, provvedano a loro carico a imporre limiti alla circolazione o alla sosta e a rilevarne le infrazioni, non è logico che ne approfittino per fare cassa.
Alessandro Cortona - Ivrea

D’accordo: non è logico. Purtroppo accade, però.
La Franzoni e i figli

delle donne detenute
«Voglio vedere i figli fuori dal carcere!» grida mamma Franzoni. Pare assurdo dover ripetere l’ovvio ancor oggi in questa benedetta Italia immersa e drogata di bagni mediatici, smaniosa di effimere visibilità: tutte le mamme vogliono vedere i figli fuori dal carcere, naturale, non solo la Franzoni.

Se il suo desiderio dà voce a questo universale moto materno, ottima cosa pubblicizzarlo a diversi livelli mediatici, se invece rientra nel filone strategico strumentalizzante di una autoesaltazione ed enfatizzazione di mediatica visibilità, allora pessima cosa, lapalissianamente.
Giuseppe Marano - Montella (Av)

È la richiesta naturale di una mamma, anche se come tutto quello che riguarda la Franzoni finisce per essere vivisezionato, discusso e strumentalizzato.

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