Marcello Zacché
da Milano
Per qualcuno potrebbe essere il segnale del risveglio: nella giornata più difficile, quella dei mandati darresto, Telecom Italia è risalita in Borsa, riguadagnando quota 2,2 euro, in rialzo dell1,8 per cento. Linterpretazione del mercato è positiva perché il peggio potrebbe essere passato: se il titolo frena la sua inarrestabile discesa proprio nel giorno più drammatico per il gruppo di tlc, allora potrebbe essere linizio del riscatto. Vedremo già da oggi.
Di certo, ieri, non sono mancate le voci di interessamento al gruppo. A cominciare dalla più credibile: i Benetton. Il gruppo di Ponzano Veneto, già socio di Pirelli in Olimpia (la holding che detiene la maggioranza relativa di Telecom), ha recentemente costituito sotto la capogruppo Edizione Holding, due società distinte: una per le infrastrutture, nella quale sono confluite le quote in Autostrade, Olimpia e aeroporti, laltra per lattività tradizionale (Benetton Group) e per gli Autogrill.
Per questo Benetton è indicato da autorevoli fonti come interessato sia al piano alto (crescere in Olimpia, alleggerendo così Pirelli dallonere del finanziamento del debito e della liquidazione da 1,1 miliardi delle banche in uscita il 4 ottobre), sia al piano di sotto, cioè in Tim. Edizione holding, capogruppo, ha smentito di «covare» operazioni straordinarie. Ma lo ha fatto per il Benetton Group, che non rientra nella partita. I titoli di questultimo hanno ieri chiuso in rialzo del 6,5%, anche per unannunciata correzione in meglio delle stime sui conti di fine anno.
Diverse anche le ipotesi su possibili cordate pronte a intervenire su Telecom piuttosto che su Tim. Tra le smentite degli interessati, ieri erano due le compagini delineate: una quella di Mario Resca, manager vicino a Berlusconi e che quindi evoca il mondo Mediaset (il cui ad, Giuliano Adreani, ha già detto che Telecom è interessante). Laltra è la più composita Cir-Unicredito-Mps, che avrebbe nella holding di De Benedetti il cardine più industriale e nelle banche il sostegno finanziario. Un presunto incontro, in proposito, tra i vertici di Mps e Unicredito è stato ufficialmente smentito. Questo clima ha comunque aiutato i titoli, compresi quelli di Pirelli (+0,9%) e Camfin (+0,6%).
Nella milanese Piazza Affari (dove oltre alla Borsa cè anche la sede di Telecom) la giornata degli arresti sarebbe stata vissuta con serenità. Anche perché, nella vicenda delle intercettazioni, lazienda e i suoi vertici sostengono con forza di essere totalmente estranei allinchiesta da tempi non sospetti. Fin dal 2 agosto scorso, quando in un comunicato di Telecom si leggeva che «qualsiasi comportamento scorretto non è riferibile in alcun modo a scelte di politica aziendale né, anche solo, ha trovato avallo nel vertice aziendale». Lo stesso vertice avrebbe collaborato con la procura e sia Pirelli sia Telecom potrebbero risultare, nel corso del procedimento, danneggiate.
Per ora la tensione è limitata nella protesta dei lavoratori che ha generato la proclamazione dello scipero nazionale per il prossimo 3 ottobre da parte dei confederali.
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