La denuncia è stata firmata qualche giorno fa da Andrea Pirlo che non è proprio un incendiario. Tutt'altro. «Gli stadi italiani fanno schifo» ha detto, ripetuto e argomentato. E infatti la sua denuncia è accompagnata da una didascalica spiegazione: «Se noi del Milan non riusciamo a giocare come fa il Barcellona, palleggi stretti e precisi, è perchè le superfici sui cui giochiamo noi in Italia sono disastrose». Tutto vero, naturalmente. A giudicare dalla tribuna stampa, anche mercoledì notte a San Siro, il prato non era certo il massimo. In qualche zona è stato rimpiazzato da zolle nuove di zecca, appena arrivate dalla Francia, in altre invece le buche si indovinavano. «I giocatori non si sono lamentati a fine partita» ha informato Adriano Galliani che sull'argomento ha svolto un vero e proprio sondaggio interno.
San Siro, da questo punto di vista, è uno dei migliori. Può godere, infatti, della manutenzione speciale da parte dei responsabili del consorzio San Siro 2000, società costituita da Inter e Milan in accordo per la gestione dell'impianto. Da altre parti, tipo Verona, per esempio, il deficit è talmente evidente da risultare scandaloso. Chievo-Inter ha rischiato di finire sospesa e indicata al pubblico ludibrio. Occuparsi dell'emergenza non è l'ultima delle occupazioni dei dirigenti del calcio italiano. Adriano Galliani l'ha infatti iscritto all'ordine del giorno del prossimo consiglio di Lega (appuntamento venerdì prossimo). «Proporrò multe salate per quelle società che non provvederanno a rizollare in modo frequente i rispettivi campi di gioco» l'idea del dirigente rossonero che si sposa perfettamente con l'esperienza milanese.
Ma il punto è che molti club non possono disporre della gestione degli stadi che sono proprietà dei comuni. E i gli enti locali dispongono di risorse economiche ridotte. A quel punto o le società intervengono provvedendo alla bisogna, oppure gli stadi rimarranno la palla di piombo al piede del sistema calcio italiano.
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