I carabinieri del Ris indagano sul cadavere smembrato

È entrato in gioco il Ris di Parma nelle indagini sul giallo dell'uomo trovato smembrato in una scarpata sulla sponda lodigiana del fiume Lambro. Il reparto speciale si sta concentrando, soprattutto, sul pigiama che indossava il cadavere e sul paio di jeans ritrovati accanto ai resti umani. Ieri, intanto, il luminare, medico legale Edmondo Pea e l’entomologa Simonetta Lambiase hanno fatto l'autopsia sul cadavere. E ora si sa che si trattava di un uomo dai 20 ai 30 anni, alto 1 metro 75 centimetri, scarpa 39/40, di carnagione chiara e circonciso.
E mentre continuano ad arrivare telefonate ai carabinieri di Lodi da tutta Italia con segnalazione di scomparsi, ieri il pm del tribunale di Lodi Caterina Centola, sulla scia della pista del serial killer, ha chiesto alla procura di Pavia copia degli atti d’indagine relativi all’omicidio dell’uomo trovato nel giugno del 2007 in un fossato nei pressi del campo sportivo di Inverno e Monteleone: un cadavere che, come quello lodigiano, presentava una ferita sottile e passante, dal dorso al petto, ed aveva subito l’amputazione delle mani e con mutilazioni del viso. Si trattava di una persona di circa 30 anni, alta un metro e 80.

Il procuratore capo facente funzioni a Lodi, Gian Luigi Fontana, lancia un nuovo appello: chi ha perso familiari o amici o ha visto qualcosa parli con i carabinieri di Lodi.
E un medico legale che intende rimanere anonimo sentenzia: «Il cadavere appare come sezionato da una motosega».

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