Controcultura

Dopo i cercatori d'oro e di petrolio è arrivata l'ora dei turisti che amano le aree selvagge

Il sindaco di Anchorage: «Con il crollo del prezzo del greggio, l'economia è in ginocchio». Ma i tre milioni di persone in arrivo sono una boccata d'ossigeno

Secondo un recente studio della Pew Foundation di Philadelphia, il turismo nella regione artica è aumentato complessivamente del 40 per cento in tre anni. Dovuto alla crescente fascinazione per il Nord estremo alimentata anche da un'ondata di libri e film ambientati nella wilderness bianca, stile The Revenant così come alla grande insicurezza di aree tradizionalmente a vocazione turistica, come il Sud Mediterraneo, il Medio Oriente e molte regioni asiatiche. Non solo Scandinavia artica e Islanda; l'ultima frontiera si chiama Alaska, anche sul fronte italiano.

«Noi verifichiamo una crescita nell'ordine del 20 per cento l'anno di richieste di viaggi in Alaska, soprattutto in estate, ma ora anche in periodi più complicati dal punto di vista logistico», spiega Guido Cassano, titolare della Tecnitravel di Milano, pioniere, oltre vent'anni fa, nella scelta dell'Alaska come destinazione esotica.

La figlia Ilaria trascorre alcuni mesi dell'anno a coordinare le operazioni ad Anchorage. Cassano spiega come non si tratti più soltanto di aspiranti Jack London, pescatori di salmoni o naturalisti per hobby: «L'Alaska sta facendo concorrenza alle Hawaii come scelta per i viaggi di nozze, molte coppie cercano una luna di miele controcorrente».

E così, oltre agli itinerari tradizionali, come il parco di Denali, uno dei più spettacolari del mondo, habitat di grizzly, caribù, buoi muschiati, oppure la Gracier Bay, regno delle balene e delle orche, piuttosto che il Klondike con le sue atmosfere da Gold Rush, ora si aprono nuovi territori prima irraggiungibili dai turisti, come Barrow, estremo lembo d'America sull'Artico abitato al 90 per cento dagli eskimo, cacciatori di balene, così come la regione occidentale che affaccia sullo Stretto di Bering, dove è possibile compiere l'esperienza di una incursione in terra russa.

Il sindaco di Anchorage, Ethan Berkowitz, figura in ascesa con ambizioni nazionali ed esperto di politica energetica, spiega come il turismo in questo momento sia il petrolio dello Stato: «Con il crollo del prezzo al barile, l'economia dell'Alaska è in ginocchio. Il 90 per cento del budget deriva dalle piattaforme sull'Artico, per dare un'idea nel 2012 lo Stato ha incassato dieci miliardi di dollari tra royalties e tasse; ora siamo costretti a chiudere scuole, ospedali e distretti di polizia, soprattutto nelle aree più remote e quindi costose. Il sistema delle università pubbliche sta crollando. Siamo poco più di settecentomila abitanti, ma mantenere uno standard di vita a livelli americani sta diventando impossibile... Mentre il resto del mondo guarisce dalla crisi, noi vi entriamo in modo prepotente», dice nella hall dell'Historic Anchorage Hotel, fondato cent'anni fa, come la città.

Ecco che i quasi tre milioni di turisti previsti quest'anno sono una boccata d'ossigeno. La nuova frontiera sono le crociere, spesso da brivido perché utilizzano imbarcazioni fatte per il mar dei Caraibi.

A rompere il ghiaccio sarà in agosto la gigantesca Crystal Serenity che il prossimo agosto inaugurerà il passaggio a Nord Ovest. Ma Cassano teme che si finirà per perdere il contatto diretto con una realtà primordiale come l'Alaska, dove, come dicono gli eschimesi, la realtà è così vera che è ti senti davvero vivo.

Marzio G. Mian

Commenti