I colori australiani e il «bianco e nero» del cuore dell’Asia

Asia e Australia. Parte da lontano il Festival della letteratura di viaggio per tener fede alla sua mission: raccontare e rappresentare il mondo. Sono questi due continenti protagonisti delle esposizioni inaugurate ieri nell’ambito della prima edizione della rassegna che celebra il viaggio allestita in città fino a domenica. A villa Celimontana (via della Navicella, 12), nelle sale del Palazzetto Mattei, ad essere raccontata è l’Asia Centrale degli inizi del ’900 attraverso gli scatti di tre diversi fotografi ed esploratori. Sessanta immagini, in bianco e nero, animano l’esposizione Viaggiatori fotografi nel cuore dell'Asia. Gli scatti di Jules Brocherel, Giotto Dainelli, Fosco Marini. Il percorso si apre con una lettura intima e lieve del Tibet proposta dagli scatti di Maraini offerti dal Gabinetto Vieusseux di Firenze. Protagonisti sono soprattutto le persone, dal medico locale allo scrivano. La sfida e la conquista animano invece le foto di Dainelli dove gli uomini sono colti durante le imprese, mentre si arrampicano sui ghiacciai o attraversano i fiumi. La mostra si chiude con i lavori del fotografo valdostano Brocherel che provengono (così come quelli di Dainelli dall’archivio fotografico della Società Geografica italiana). Paesaggi innevati si alternano a fiumi e valli, senza dimenticare di soffermarsi sui dettagli della gente del luogo: un giovane chirghiso che suona il flauto o che è alle prese con un'aquila ammaestrata.
La narratività è, invece, la chiave di lettura della mostra fotografica di Antonio Politano, A. bc.

In Australia sulle tracce di Bruce Chatwin, 20 anni dopo «Le vie dei Canti», allestita al Palazzo delle Esposizioni. Tanto colore sprigionano i 120 scatti, di diverse dimensioni, messi insieme dall’autore. Le mostre restano aperte fino al 26 ottobre.

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