I colpi di kung fu in dialetto siciliano fanno cassetta nelle sale genovesi

Stephen Chow si era fatto conoscere dal pubblico italiano con il divertente Shaolin Soccer, l'irriverente parodia che gigioneggiava tra pallone e arti marziali. Ora, si ripresenta, con successo, con Kung Fusion, titolo che, per una volta, fa onore al film. La storiella di Sing che ambisce a diventare un gangster pur non avendone gli attributi è solo un pretesto per una parata di prese in giro al filone inaugurato da Matrix. Si ride e molto anche se rispetto alla pellicola precedente, probabilmente il film ha meno ritmo. Il doppiaggio certo aiuta, esattamente come con Shaolin Soccer. Sentire i protagonisti esprimersi nei vari dialetti italiani, dal siciliano al napoletano, è uno spasso anche se gli esteti del cinema orientale storcono la bocca. Comunque, a parte il linguaggio, sono le paradossali situazioni ad accomunare nella risata il pubblico eterogeneo presente in sala come quando Chow, durante un inseguimento, si infilza la lama nella sua spalla a mo' di specchietto retrovisore. Insomma, in mezzo a tanto pattume, si ride e ci si rinfresca con l’aria condizionata già accesa a manetta. Il thriller parapsicologico è un filone che sta prendendo sempre più piede a Hollywood anche se, come nel caso di White noise, il pericolo di riciclo è forte. Il film diretto da Geoffrey Sax racconta della disperazione di Jonathan Rivers (Michael Keaton) che dopo la morte della moglie non riesce a darsi pace. Viene avvicinato da Raymond Price (Ian McNee) il quale sostiene di avere dei contatti con la defunta tramite il fenomeno conosciuto come EVP (Electronic Voice Phenomena) ovvero il monitoraggio di frequenze radiotelevisive apparentemente «vuote» tramite le quali le entità mandano messaggi dall’aldilà. Una pellicola insomma che per il tema trattato ti promette molto ma che, per tutta al durata del film, ti lascia in sospeso, nell’attesa di un colpo di coda, di un momento di vera tensione, di qualcosa di sconvolgente che invece non arriva mai. Calma piatta su tutto il fronte; il che, per un thriller, non è proprio il massimo della vita. Per non parlare poi del fatto che a tratti White Noise sembri un collage de Il sesto senso, di The ring, di Ghost e che Michael Keaton sia completamente fuori parte. Quo Vadis, Baby? di Salvatores ha come protagonista l’interessante Angela Baraldi nei panni di Giorgia, una investigatrice che si trova costretta ad indagare sul proprio passato. Salvatores, per questo film, ha deciso di sperimentare, con successo il ricorso al digitale che contribuisce a rendere l’atmosfera, in sinergia con un’ottima fotografia, degna di un noir. Un plauso poi alla convincente interpretazione di Angela Baraldi, un’attrice che merita nuove prove d’autore.


I film più visti a Genova nell’ultima settimana:
1) Star Wars ep. III; 2) Gioco di donna; 3) Le crociate; 4) Kung Fusion; 5) Quo vadis, Baby?; 6) White Noise; 7) The final cut; 8) I colori dell’anima; 9) La maschera di cera; 10) Quando sei nato non puoi più nasconderti.

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