I conducenti di Trambus? Non tutti sono eroi per caso

Che fatica immane sarebbe stata ricostruire un’immagine positiva degli autisti Trambus se il destino non ci avesse messo lo zampino... Proprio così. Chi non ricorda la figuraccia fatta dal conducente del 40 Express quando, domenica scorsa, un disabile che aveva sventato un borseggio fu picchiato dai malviventi che riuscirono a eclissarsi senza alcuna difficoltà alla fermata successiva? Il fatto suscitò notevole clamore perché sull’autobus era presente un giornalista che diffuse la notizia a tutti i «media». Oltre che sui giornali, il malcapitato disabile finì per essere ospitato anche in televisione. E in quell’occasione l’azienda di trasporto capitolina abbozzò una difesa d’ufficio dell’autista che, al pari dei passeggeri, non era intervenuto minimamente. Perché - questo fu il pretesto - se avesse bloccato l’autobus, sarebbe incorso nel reato di «interruzione di pubblico servizio». È appena il caso di rilevare che se il comportamento omertoso dei passeggeri poteva considerarsi moralmente riprovevole, quello dell’autista (che ha lo status giuridico di «incaricato di pubblico servizio») poteva forse configurare un’omissione, almeno dal punto di vista strettamente giuridico.
L’«interruzione di pubblico servizio» è una fattispecie che, almeno secondo Trambus, si presta alle interpretazioni più disparate se non addirittura contrapposte. Infatti a distanza di tre giorni è capitato un fatto speculare rispetto al primo. Il conducente del 40 Express - stessa linea, ecco la mano del destino - mentre transitava su ponte Vittorio, ha notato un giovane seduto sul parapetto che voleva gettarsi nel Tevere. Senza esitare neppure un attimo, Salvatore Cavaliere (possiamo farne il nome, vista la positività del gesto) ha fermato l’autobus ed è sceso al volo riuscendo ad agguantare il ragazzo un attimo prima che commettesse il folle gesto. Un comportamento «eroico», senza ombra di dubbio, del quale però non si sono accorti nemmeno i passeggeri del bus, a sentire il racconto dello stesso autista. Non solo: l’aspirante suicida, una volta tratto in salvo, è fuggito a gambe levate, facendo perdere ogni traccia di sé. Per cui, agli agenti di polizia successivamente intervenuti non è rimasto altro che verbalizzare il racconto di Cavaliere. Il suo senso civico è stato, poi, premiato da Trambus che ha deciso di regalargli un week end gratis all’Eurodisney di Parigi, comprensivo di ferie straordinarie.
Chi, invece, è riuscito a superare sé stesso è stato il sindaco Walter Veltroni il quale, nel giro di poche ore, ha ricevuto in Campidoglio Gianluigi Barbieri, il disabile picchiato domenica scorsa e Salvatore Cavaliere, l’autista-eroe di ponte Vittorio. Senza fare alcun collegamento tra i due episodi (che, pure, qualche elemento in comune l’avevano) ha elogiato pubblicamente i comportamenti dei due, come una sorta di Babbo Natale dispensatore di «pagelle di bontà».

Al resto ci ha pensato il destino, con le sue opportune - e mai, come in questo caso, puntuali - fatalità.
A voler azzardare un paragone tra i due episodi, la prima cosa che viene in mente è il titolo di una trasmissione radiofonica di successo: «Il ruggito del coniglio».

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