I conti dell’Amt in rosso e il giallo della Notte bianca

(...)più lunga di Genova coincide con la festa del Pd nella zona di Caricamento e Porto Antico. Guarda caso uno dei punti nevralgici delle iniziative per l’evento. Punto secondo, sabato sera se uno è un lettore del Secolo XIX viaggia gratis sui bus, se legge Repubblica o il Giornale deve obliterare regolarmente il suo ticket all’andata come al ritorno.
Andando per ordine il consigliere comunale Pdl si chiede perché era necessario far accavallare una festa di partito ad un evento per tutta la città. Facendo fare cassa agli stand piddini (e al partito) a discapito di tutti gli esercizi di ristorazione tra Sottoripa e Porto Antico che vedranno diluire la loro clientela. Non solo, ma bus, metropolitana ed ascensori potenziati per tutta la notte saranno funzionali tanto ai fan dei democratici, quanto alla Notte bianca.
Poi, esiste un secondo problema. Un accordo commerciale tra Amt e Secolo sancisce che chi sabato compra il quotidiano, potrà viaggiare dalle 21 alle 5 del mattino gratis sui bus. Legittimo che una società stipuli accordi commerciali a suo vantaggio. Ma è altrettanto legittimo che il servizio pubblico possa privilegiare un certo tipo di utenza rispetto ad altri? «Questo a discapito di chi? - si domanda Balleari -. Amt ha le casse vuote, che tipo di sponsorizzazione è quella che permette ai lettori di un quotidiano di viaggiare ad un prezzo inferiore a quello di un singolo biglietto e per di più tutta la notte?». Anche perché gli altri, il loro ticket lo pagheranno regolarmente 1 euro e 50 centesimi.
Ed è giallo sulle cifre di questo accordo, visto che nessuno si sbottona. Non lo fa il vicesindaco Paolo Pissarello secondo il quale «O si facevano accordi commerciali o non si facevano girare i bus».

Non lo fa nemmeno il direttore generale di Amt Stefano Pesci «per rispetto dell’investitore». La domanda però sorge spontanea: questa operazione farà davvero fare cassa all’azienda? «Attendo che la giunta comunale dia spiegazioni perché siamo davvero al paradosso».