Politica

Ma i conti quadrano grazie a Berlusconi

da Roma

«La finanziaria del 2006 era rigorosa - osserva Tommaso Padoa Schioppa - ma le cifre non corrispondevano alla realtà». L’ultimo documento di finanza pubblica presentato dal precedente governo è stata la Relazione trimestrale di cassa. Lì c’è scritto che il deficit del 2006 viene stimato al 3,8% del pil. Nel primo documento di finanza pubblica dell’attuale governo, il Dpef, c’è scritto che il deficit di quest’anno viene previsto al 4%. Quel dato del deficit al 4%, però, non comprendeva il buon andamento delle entrate fiscali, manifestato con un miglioramento del fabbisogno per 22 miliardi. E nemmeno prendeva in considerazione la proiezione del maggior gettito per quasi 20 miliardi, segnalato il 7 agosto scorso.
Proprio in virtù di quelle entrate, favorite dalla finanziaria 2006 e precedenti, il governo Prodi ha deciso di ridurre di 5 miliardi l’entità della manovra del 2007. Un taglio cautelativo. In realtà, le maggiori entrate consentirebbero un abbattimento del deficit tendenziale del prossimo anno di un’entità pari a circa il doppio.
Ma quello sconto di 5 miliardi della manovra del 2007, per manifestarsi nei documenti di contabilità pubblica, deve essere prima compreso nell’esercizio in cui quelle entrate (di cassa, ma anche di competenza) si sono manifestate. Cioè, quest’anno.
I cinque miliardi in questione, rappresentano, in rapporto al pil, lo 0,35%. Ne consegue se a quel deficit del 4%, previsto dal governo con il Dpef, venisse conteggiato lo «sconto» previsto sulla finanziaria del 2007, il deficit di quest’anno dovrebbe scendere al 3,75%. Non troppo distante da quel 3,8% stimato dal precedente governo con la Relazione trimestrale di cassa. Ne consegue che la finanziaria del governo Berlusconi, oltre ad «essere rigorosa», come riconosciuto da Padoa-Schioppa, aveva anche cifre che corrispondevano alla realtà.
Una realtà che il governo Prodi non ha voluto vedere. Tant’è che appena insediato ha istituito una commissione per verificare la validità dei conti pubblici (la due diligence). Quella commissione concluse i lavori indicando per quest’anno un deficit che poteva oscillare fra il 4,1 e il 4,6%; a seconda dell’andamento del pil e di determinati provvedimenti fiscali del precedente governo, non confermati dall’attuale.
Se quella «due diligence» fosse stata valida, il ministro dell’Economia non si sarebbe sbilanciato a tagliare la manovra 2007 di 5 miliardi di euro. E quei cinque miliardi devono trovare spazio anche nei conti 2006.

Con il deficit che arriverà sui livelli stimati dal precedente governo.

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