Cronache

I dati che smontano il complotto della sinistra

I dati che smontano il complotto della sinistra

(...) stai in linea. Li cerco sul computer. Sentì smanettare. Lui come andava? «Ok, Stefano, ok». «Guarda, forse ho trovato. Vuoi il raffronto con le elezioni del 2001?». «Sì». «Erano 800 in pratica, cinque anni fa. Per la precisione 795. Il 2,94 per cento». «Che è la media delle schede bianche nel Nord», disse Gigi. «Esatto. É più o meno la nostra media». «E adesso?». «Ah. Adesso, non crederci, se non ti va, ma è poco più dello zero per cento»“.
Ecco, visto che su questa roba ci si sta costruendo una campagna con tanto di interrogazioni parlamentari, programmi Rai e interviste a sondaggisti ex berlusconiani, vale la pena di fare qualche precisazione. Facendo - anche se sappiamo che è una pratica desueta - nè più, nè meno che i giornalisti. Partendo dal dato sulle schede bianche a Imperia sul proporzionale per la Camera. Nel 2001 furono effettivamente 795, il 2,94 per cento. Insomma, il Broglio su qualche punto è documentato. Ma crolla immediatamente dopo, sul «poco più dello zero per cento», visto che nel 2006 le schede bianche a Imperia per la Camera sono state 217, pari allo 0,77 per cento. Certo, un dato inferiore a quello del 2001, ma con un calo assolutamente in linea, se non inferiore, alla media nazionale.
Ma c’è di più. Per fermarci alla Liguria, siamo andati a vedere i dati di due Comuni capoluogo amministrati dal centrosinistra, anzichè della Casa delle libertà. E i dati sono sorprendentemente simili a quelli di Imperia, su cui si è voluto vergognosamente aprire un caso. A Savona nel 2001, le schede bianche per la scheda proporzionale alla Camera furono 979, pari al 2,1 per cento. Nel 2006, invece, 335, pari allo 0,77 per cento, la stessa identica percentuale di Imperia. Nel broglio anche loro?
Andiamo avanti: comune di La Spezia, rosso antico, che più rosso non si può. Nel 2001, alla Camera proporzionale, le schede bianche furono 1627, pari al 2,28 per cento. Nel 2006, 442 bianche, lo 0,66 per cento. Una percentuale che, nel Broglio, «non credeteci se non vi va», sarebbe definita «poco più dello zero per cento». Non basta? Andiamo a Sarzana, che del rosso carminio applicato alla politica è praticamente una definizione cromatica: nel 2001 (Camera proporzionale) le bianche furono 327, il 2,15 per cento; nel 2006 sono scese a 104, cioè lo 0,69 per cento. Cioè meno che a Imperia. Alla faccia dei brogli, del Broglio e dei loro cantori.
Alla faccia, ad esempio, di un’intervista rilasciata dal sondaggista Luigi Crespi a Massimo Bordin di Radio radicale e ripresa dall’Ansa con un «lancio» delle 12,17 del 22 giugno 2006, in cui Crespi dichiarava: “«In alcuni comuni della Puglia, del Veneto e della Sicilia orientale ad amministrazione Casa delle libertà, le schede bianche sono passate da 100 a 5. In comuni limitrofi, ma a guida Unione, sono passate da 100 a 98». Lo stesso dato si è riscontrato in Liguria orientale e occidentale: dove c’era la maggioranza CdL il numero di bianche si è abbattuto, ma non è avvenuto lì dove era a maggioranza centrosinistra“. Per rispondere a questa roba, bastano i numeri che abbiamo citato.
Giusto per curiosità, sono andato a vedere anche alcuni Comuni rossi fuori dalla nostra regione, ad esempio due paesi che amo, in provincia di Ravenna: a Solarolo, il paese di Laura Pausini, Romagna profonda, le bianche sono scese dalle 103 del 2001 alle 10 del 2006. A Cervia, il secondo centro della provincia, città sul mare da cui avremmo solo da imparare per la gestione turistica, le bianche sono scese da 375 (1,89 per cento) a 145 (0,73 per cento).
Si potrebbe continuare per pagine, ma mi sembra che quello che ho scritto smonti ampiamente la delirante idea di un broglio organizzato da Silvio Berlusconi. Anzi, resto convintissimo che controlli vadano fatti, ma non nella Casa, in casa d’altri. Trovo vergognoso che non si siano potute ricontare e ricontrollare le schede, come è avvenuto ad esempio anche in Messico. Che paura si ha a ricontare? Avrebbe dovuto essere anche interesse dell’Unione, per togliere ogni velo alla sua vittoria.
E allora, forse, vale la pena di farsi un viaggio attraverso alcune dichiarazioni su tutta questa storia. Per esempio quella del vicepresidente azzurro della Camera Giulio Tremonti: «Il numero delle schede bianche alla Camera è enormemente inferiore rispetto a quello del Senato. Quindi è giusto chiedersi che cosa sia successo». Ora, premesso che al Senato, in Italia, in numero di voti assoluti il centrodestra ha vinto ampiamente, mentre alla Camera ha prevalso di poco l’Unione, non è curiosa la circostanza denunciata da Tremonti? Cosa ne facciamo, Il Broglio 2- La vendetta?
Così come sono interessanti le segnalazioni del deputato azzurro Gregorio Fontana, ligure d’adozione per la sua casa a Monterosso e la sua collaborazione con Alfredo Biondi prima e Claudio Scajola poi, di cui è uno dei più validi dioscuri, che fa notare: «É quantomeno curioso che proprio nelle regioni dove il testa a testa fra le due coalizioni è stato più duro le schede bianche sono diminute in maniera così sensibile. Ad esempio, nella circoscrizione Campania 1 si è arrivati addirittura all’86,5 per cento in meno di schede bianche e in Campania 2 all’80,49 per cento». O, ancora, agli interessanti conti dell’altro azzurro - ora in prestito al gruppo post-democristian-repubblicano del Senato - Giorgio Stracquadanio che precisa il sospetto di Tremonti: «Il fatto che si registrino più schede bianche nelle elezioni del Senato, quasi 480mila, rispetto alla Camera, 440mila, è un’anomalia pressochè impossibile da spiegare, visto che sono ben tre milioni e mezzo in più gli elettori della Camera dei deputati. Chi sostiene che tutto questo sia normale presuppone due fatti impossibili: che nessuno tra i tre milioni e mezzo di elettori con meno di 25 anni abbia votato scheda bianca e che 40mila elettori abbiano votato per la Camera e non per il Senato. Strano...».
Strano. Così come è strano che: 1) il responsabile organizzativo diessino Maurizio Migliavacca ipotizzi eventuali denunce penali per i brogli; 2) il deputato bertinottiano Augusto Rocchi senta puzza di bruciato, così a pelle («Non ho prove e non ho elementi, ma qualcosa non quadra»); 3) il capogruppo dell’Udeur a Montecitorio Mauro Fabris spieghi che «l’Unione esce danneggiata dalla drastica riduzione delle schede bianche e nulle»; 4) la margheritista ex Udc Dorina Bianchi presenti un’interrogazione urgente a risposta scritta al ministro dell’Interno perchè le spieghi se è vero quel che dice il libro Il Broglio.
Forse, tutti e quattro e i cantori del broglio berlusconiano non si sono parlati con il senatore della Margherita Roberto Manzione, componente della giunta per le elezioni di Palazzo Madama, secondo il quale «Ci sono state meno schede bianche e meno schede nulle in queste elezioni politiche per due motivi: perchè era più semplice votare e perchè sono stati più convinti gli elettori del centrosinistra. Non c’è stato proprio nessun broglio, ma semplicemente nel 2001 ci furono più schede bianche perchè molti elettori del centrosinistra decisero di votare comunque, non specificando la coalizione di riferimento. Preferirono insomma optare per la scheda bianca, anzichè dare un voto deciso al centrosinistra. Stavolta, invece, hanno votato più convintamente per noi e quindi ci sono state meno schede bianche. Nessun broglio, nessun mistero». E Il Broglio?
Forse, è interessante leggere una scritta minuscola, quasi invisibile, posta all’inizio del romanzo che tanto sta facendo sognare la sinistra, subito sotto il copyright di Aliberti editore: «I fatti narrati non hanno, nelle intenzioni dell’autore, alcun riferimento alla realtà, e rappresentano una divagazione di fantasia dell’autore stesso che, in questo modo, non ha inteso in alcun senso formulare una versione alternativa dei fatti, quanto piuttosto redigere un romanzo di fantapolitica. I richiami nel testo, a personaggi ed eventi recenti, vanno dunque separati dai fatti di pura fantasia in esso narrati». Ma l’avranno letta ’sta roba i fautori del complotto e dei brogli azzurri?
La verità, secondo noi, è che le schede vanno ricontate. E, a pelle, e anche a giudicare da alcuni controlli a campione fatti qua e là, se qualcuno ha vinto le elezioni senza averle vinte, questo va cercato fra chi ha vinto, per l’appunto. Non fra chi ha perso.
Lo stesso carattere minuscolo di prima, nell’ultima pagina del Broglio dice: «Possa un giorno questa parte di albero diventata libro, dopo aver compiuto il suo ciclo presso gli uomini desiderosi di conoscenza, ritornare alla terra e diventare nuovo albero». C’è da augurarsi che ciò avvenga quanto prima. Non tanto per il romanzo, ma per chi gli dà credito.

Un po’ come quei bambini che fanno le puzzette a scuola e poi strillano: «Maestra, qualcuno ha fatto una puzzetta!».

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