I Doors fanno i "proibizionisti" dopo quarant’anni di sbronze

Per ricordare il cantante morto nel 1971 arrivano un documentario e un film. Intanto la band fa causa al locale parigino dedicato a lui: troppo trasgressivo

I Doors fanno i "proibizionisti" dopo quarant’anni di sbronze

A due anni dal suo debutto nelle sale americane arriva anche da noi il docu-film When you’re strange di Tom DiCillo. I distributori hanno scelto il momento più opportuno per proporlo al pubblico italiano. Il film, infatti, arriva nelle nostre sale il 21 giugno, pochi giorni prima del quarantennale della morte di Jim Morrison, leader della band californiana che ha rappresentato nel bene e nel male la faccia «maledetta» del rock. Quello di DiCillo è il primo docu-film che ripercorre la storia dei Doors, e in particolare quella di Jim Morrison, dal suo incontro con il tastierista Ray Manzarek nei corridoi della UCLA fino alla sua morte avvenuta a Parigi il 3 luglio 1971. Per il suo racconto il regista americano sfrutta immagini inedite della band e per la prima volta si potrà ammirare il film girato dallo stesso Morrison quand’era studente del corso di cinema nell’ateneo californiano. Ne emerge un racconto avvincente del percorso artistico e umano della rock band e del suo leggendario front man: il lavoro in studio di registrazione, gli incontri con i fan e i concerti, sul palco e dietro le quinte, fino alla produzione poetica di Morrison. Non mancano, ovviamente, i riferimenti agli eccessi di Jim Morrison e alla sua personalità complessa, ma il film è soprattutto il racconto delle relazioni personali tra i quattro musicisti che hanno dato un contributo considerevole alla storia della cultura pop, realizzando sei album in appena un lustro di sodalizio. Il film, che nella versione originale ha arruolato Johnny Depp come voce narrante (doppiato per noi da Morgan), verrà poi trasmesso da Studio Universal proprio il 3 luglio alle 21.15.

Quella di DiCillo non è, però, l’unica pellicola che tenterà di sfruttare la ribalta offerta dalla ricorrenza del prossimo 3 luglio. Sta infatti per uscire negli Stati Uniti un film ispirato alla vita sentimentale di Morrison. Si intitola The last beat ed è stato scritto da Robert Saitzyk che ne cura pure la regia. Nel cast anche la cantante Cindy Lauper che si calerà nei panni di Bebe Markham (figura ispirata a Pamela Courson, la fidanzata di Morrison, ultima persona ad aver visto vivo il cantante dei Doors). The last beat viene prodotto in concomitanza col quarantesimo anniversario della morte di Morrison, imitando la tattica promozionale utilizzata in precedenza da Oliver Stone che realizzò il suo The Doors nel 1991, in occasione del ventesimo anniversario della morte del «Re Lucertola». Questa volta, tuttavia, i nomi vengono cambiati per rendere più romanzata una storia che ha ancora oggi il colore sfumato della leggenda. Si racconta infatti una sorta di triangolo amoroso che vede coinvolti il cantante Jay Douglas, la sua compagna Bebe e una ricca ereditiera parigina (che avrà il volto dell’attrice francese Virginie Ledoyen). Questa storia d’amore è ambientata a Parigi, ultima tappa del viaggio terreno di Morrison. E proprio nella capitale francese si sta vivendo in questi giorni una piccola grande «tragedia» nel nome dei Doors. A vivere momenti amari è Christophe Maillet, proprietario di un locale parigino interamente dedicato a Jim Morrison, sepolto tra l’altro al cimitero monumentale di Père Lachaise. Maillet ha ricevuto una lettera, datata 21 aprile, da Anthony Keats, un avvocato di Beverly Hills che cura gli interessi legati alla proprietà intellettuale dei Doors. La missiva comunicava formalmente che la band non vuole in alcun modo essere collegata al suo locale e al consumo di alcolici. Curiosa motivazione, visto che droga e alcol sono stati i vizi preferiti dal gruppo per molto tempo. Entro tre mesi, quindi, Maillet dovrà rimuovere tutte le immagini del gruppo dal bar.

Impresa per nulla facile, visto che le pareti sono state intonacate con gigantografie del celebre cantante e ovunque ci sono foto e poster dei Doors, frutto di una passione che Maillet ha scoperto quando era un teenager e che è stata alimentata grazie all’affetto dei fan che ogni giorno frequentano il suo locale. Grazie al deterrente del copyright il gestore sarà anche costretto a togliere dal menù il cocktail più venduto, chiamato, naturalmente, Light my fire, come una delle più celebri canzoni dei Doors.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica