I Ds imitano la Lega: nasce l’Ulivo padano

Il Carroccio non ci sta: «Propaganda, è un tentativo di appropriarsi delle nostre idee»

da Varese

L’Ulivo imita la Lega. Da Varese, città simbolo del Carroccio, parte la nuova sfida targata Democratici di sinistra: costruire un «Ulivo del Nord», un partito democratico dall’anima padana. Il centrosinistra nelle regioni settentrionali non riesce a sfondare e la soluzione arriva da Daniele Marantelli, deputato varesino dei Ds e amico di vecchia data del leghista Roberto Maroni: «Vogliamo creare un soggetto politico nuovo che sappia conciliare i valori tradizionali della sinistra con le istanze del nord come federalismo fiscale, infrastrutture, meritocrazia e sviluppo della cultura imprenditoriale». Insomma, la strategia è far diventare la Quercia «più verde» appropriandosi delle battaglie storiche della Lega e del centrodestra per imbarcare qualche elettore.
«Dobbiamo ammetterlo - dice Marantelli -: facciamo fatica a parlare con la gente del nord. Ecco perché il futuro partito democratico in questa parte del Paese, per avere successo, non può essere una fotocopia del partito nazionale: deve esaltare invece la sua dimensione popolare, federalista e pluralista». Il progetto è sponsorizzato da Piero Fassino, segretario nazionale dei Ds che ha più volte sottolineato la necessità di affrontare la questione settentrionale e Marantelli è stato così incaricato di far diventare l’Ulivo del nord un «piano d’azione nazionale».
Missione? Sfida al cuore del consenso politico di Lega Nord e Forza Italia. Nell’area pedemontana (Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo e Brescia) il centrosinistra oscilla fra il 21 e il 24 per cento, ma i Ds vorrebbero «un soggetto politico riformista e progressista che vada oltre il 30 per cento: puntiamo - dicono - alla vittoria alle prossime elezioni regionali». Lo scopo della «nuova Quercia» è però anche riuscire a cambiare l’agenda politica nazionale per mettere mettere al centro dell’azione del governo «i valori tipici del nord come la cultura del fare, dell’innovazione, del risparmio e della sicurezza».
Una frecciata al governo Prodi e un tentativo di attirare nelle fila del centrosinistra gli scontenti dell’era Berlusconi: «I classici dirigenti del centrodestra non hanno saputo rispondere alle sollecitazioni del nord: ora siamo noi l’unica alternativa», dice Marantelli. Il grido del nord parte ancora una volta da Varese, ma il Carroccio non ci sta: «È un’operazione di pura propaganda politica - taglia corto Marco Reguzzoni, leghista, presidente della provincia di Varese -. Un tentativo di appropriarsi dei nostri valori, ma il territorio ha bisogno di risposte concrete non di parole».
«Fa piacere che adesso anche i Ds aprano gli occhi e facciano proprie le istanze del nord, ma rivendichiamo con forza le nostre battaglie: non si può parlare di federalismo senza relazionarsi con la Lega - fa eco Fabio Rizzi, neosegretario provinciale del Carroccio varesino -. La sinistra è di passaggio e non riuscirà a mette radici al nord: il Carroccio rimane l’unico partito che fa gli interessi della Padania». Uno stop al progetto Ds arriva però anche dal centrosinistra.

Di un «Ulivo del Nord» la Margherita non ne vuol proprio sentire parlare: «Non ci sembra una grande operazione politica - dice Roberto Molinari, segretario cittadino di Varese del partito di Rutelli -: i Ds stanno tentando di fare dimenticare le proprie origini centraliste per imbarcare i leghisti».

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