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Ma i duecentisti di oggi sembrano dei lanciatori

Scattisti di 90 chili che volano grazie alle piste. E Howe potrebbe andare a lavorare con John Smith

Carlo Monti

da Helsinki

Ci diceva un amico: «Ma questi velocisti non ti sembrano lanciatori? Paiono dei colossi. Un tempo il velocista era una silhouette e spesso non pesava più di 60 chili. In realtà degli otto finalisti dei 200 metri ci ha impressionato nel complesso la loro stazza atletica, differente, nella maggior parte dei casi, di quella dei velocisti che correvano sulle piste in tennisolite di 60 anni fa. Analizzando la struttura dei finalisti di ieri abbiamo notato che i più piccoli (se così possiamo dire) in gara toccavano i 180 centimetri (Tobias Unger e John Capel 1,81) ed il più alto superava i 190 centimetri (Bolt 1,96), mentre per gli altri sei variavano dai 183 di Gay ai 185 di Gatlin, 187 di Buckland, 188 di Spearmon, per salire ai 191 di Johnson. Se impressiona l’altezza è indubbiamente il peso che desta perplessità: infatti dai regolari 73 chili di Buckland, ecco i 75 chili di Gay e i 79 di Gatlin, per passare agli 80 di Spearmon, agli 82 di Capel, ai 91 di Johnson, mentre sorprendono i soli 70 chili di Unger. Ed è proprio quest’ultimo a costituire oggi una eccezione alla normalità. Ma – ritornando alle piste in tennisolite, materiale friabile – le stazze di oggi non sarebbero state sopportate. O non si sarebbero ottenuti i record che oggi abbiamo.
Perché oggi i velocisti hanno corporature quasi da lanciatori? È fuori di dubbio che gli allenamenti attuali sono ben diversi da quelli di un tempo. La preparazione con i pesi era sconosciuta, molti velocisti riducevano i loro allenamenti a qualche scatto, e non andavano più in là. Nel dopoguerra l’allenamento ha seguito regole precise ed è migliorata l’alimentazione. Inoltre la creazione di piste con manto sintetico, di tartan soprattutto, ha portato alla realizzazione di prestazioni notevolmente migliori di quelle sulla terra rossa, in quanto rispondenti alla pressione degli atleti. È per questo che oggi si possono vedere in azione sprinters dalla struttura di lanciatori, senza dettare scandalo, anche se il serpentello del doping ogni tanto si affaccia, specie al momento in cui viene realizzato un record. Quello attuale dei 100 metri è 9”77; ma, poiché è stato dimostrato che l’uomo può scendere fino a 9”50 senza destare dubbi, lasciamo da parte i sospetti.
Fra i duecentisti che hanno corso i quarti di finale qui a Helsinki anche il nostro Andrew Howe, che ha fallito la prova, ma che adesso potrebbe andare ad allenarsi in America alla scuola di John Smith. Diremo che ci appare, per il momento, data anche la giovane età (20 anni), il meno adatto alla specialità pur avendo realizzato l’anno scorso 20”28 cronometrato a Grosseto e 20”58 in più occasioni.

Crediamo che debba seguire una preparazione più impegnativa, aumentare la sua stazza, che, ora, con i suoi 184 centimetri di altezza ci sembra pochina (73 chili).

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