A distanza di ventiquattrore luna dallaltra, due istituzioni musicali romane ospitano quattro strumentisti - due ciascuna, secondo combinazioni un po insolite: clarinetto e bandoneon allOratorio del Gonfalone (questa sera, ore 21), e due violini allAuditorium, per Santa Cecilia (Sala Sinopoli, domani, ore 20.30); ma tutti e quattro vere star nel proprio settore.
Stelle brillantissime del firmamento internazionale, innanzitutto, i due violinisti: Viktoria Mullova e Giuliano Carmignola, che, a Santa Cecilia, domani, daranno luogo a un singolare concerto incentrato sul «duetto» violinistico, da Antonio Vivaldi a Bela Bartok, il quale ultimo, assai profilico nel genere, ne ha scritti una cinquantina. Il duetto violinistico è, alla resa dei fatti, uno dei più frequentati dalla letteratura musicale di ogni tempo; non esclusi i nostri giorni: ne ha scritti anche Luciano Berio, che aveva destinato la parte più facile a uno dei suoi figli, avviato allo studio del violino. La Mullova e Carmignola non si spingono però fino ai nostri giorni, sebbene nel loro programma compaiano anche autori del Novecento, come il già citato Bartok (cinque i Duetti in programma) e Sergej Prokofiev, con la Sonata in do maggiore per due violini op.56. I due notissimi interpreti posseggono strumenti particolarmente preziosi - due Stradivari di enorme pregio - e sarà interessante ascoltarli per la prima volta in coppia e, per giunta, in un repertorio tanto singolare.
Ancor più singolare è il duo clarinetto e bandoneon ospitato al Gonfalone questa sera e formato da Corrado Giuffrida (primo clarinetto dellOrchestra della Svizzera italiana) e Cesare Chiacchiaretta (fisarmonicista, bandoneonista assai conosciuto). Il loro repertorio non affonda le radici, come il precedente, in secoli passati, perché soprattutto la storia della fisarmonica è recente.
Nel programma del Gonfalone ricorrono nomi legati a doppio filo al bandoneòn (Piazzolla, Galliano); ed altri al clarinetto, dal cui repertorio, classico, jazz e popolare, si ascolteranno opere di Hengel Gualdi, Luciano Fancelli, Vittorio Monti, e, infine, anche di Gershwin. Ma si tratta, come risulta chiaro, nella gran parte dei casi di trascrizioni.
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